NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DEI SERVIZI PER GLI ANZIANI. MANTENIAMO PUBBLICO IL WELFARE DI QUALITA’ DELLA VAL D’ENZA.
CGIL, CISL, UIL confederali e di categoria, insieme a SPI Cgil, FNP Cisl e Uilpensionati, ritengono l’Azienda di Servizio alla Persona la forma più idonea alla gestione dei servizi socio-sanitari in quanto aziende di diritto pubblico istituite e promosse dalla Regione Emilia Romagna con la Legge regionale n°2 del 2003.
Chiedono, quindi, agli amministratori di sospendere l’attuazione della decisione di sciogliere l’ASP e di conferirne i servizi alla costituenda Azienda Speciale Consortile (deliberata il 21 settembre u.s.) e di riaprire un confronto sui problemi di natura economica dell’ASP che deve vedere coinvolto, per la portata del percorso intrapreso, anche il sindacato confederale per individuare soluzioni alternative che mantengano pubblica la gestione dei servizi agli anziani in tutti i territori a cominciare dalla Val d’Enza.
Occorre, inoltre, che tutte le istituzioni locali, a partire dalla Conferenza Territoriale Socio Sanitaria, la Regione e le forze sociali collaborino a tale scopo.
In particolare la Regione deve rivedere l’imposizione di un’IRAP sproporzionata a carico delle ASP rispetto al privato-sociale: situazione che contribuisce in maniera pesante a mettere fortemente in squilibrio i bilanci delle ASP. E’ quindi necessario il riallineamento delle suddette aliquote.
La modifica della natura aziendale non supera in via definitiva il vincolo del pareggio di bilancio ed avvia oggi, un percorso di completa privatizzazione del servizio agli anziani che potrà interessare in futuro anche altri servizi.
Il problema dell’equilibrio di bilancio va piuttosto affrontato ricercando, attraverso un esame congiunto, le soluzioni da adottare per l’efficientamento qualitativo e quantitativo del servizio per rispondere adeguatamente ai bisogni degli anziani.
Inoltre, la nostra opposizione al passaggio da ASP ad Azienda Speciale è motivata anche dal concreto rischio di un ridimensionamento dei servizi erogati e di un peggioramento delle attuali condizioni contrattuali e di lavoro con possibili conseguenze sull’occupazione, nonché il fatto che gli attuali dipendenti perderanno la possibilità di mobilità tra enti pubblici.
Nel ribadire la nostra richiesta di sospendere ogni decisione di dismissione dell’ASP e di aprire un confronto sui problemi di natura economica dell’ASP Carlo Sartori annunciamo che – nel caso in cui la nostra richiesta rimanga inascoltata da parte dei Sindaci e degli amministratori pubblici – sarà compito nostro concordare con i lavoratori, nelle assemblee già convocate, la posizione unitaria da esprimere al tavolo di trattativa del 5 ottobre e le iniziative da intraprendere.