TAVOLA ROTONDA CON MAURIZIO LANDINI

2 Maggio 2017

Quello delle disuguaglianze sociali e della loro crescita esponenziale al tempo della crisi ristagnante che ormai ci accompagna dal 2007 è un problema le cui dimensioni sono ben note sia a livello mondiale – secondo il recente Rapporto Oxfam, presentato in occasione del world Economic Forum di Davos, nel mondo otto uomini, da soli, posseggono 426 miliardi di dollari, la stessa ricchezza della metà più povera del pianeta, ossia 3,6 miliardi di persone; dal 2015 l’1% più ricco dell’umanità possiede più del restante 99% – che italiano, che rappresenta un caso tra i più eclatanti in Europa e nel mondo occidentale.

Stando solo ai dati  del 2016, nel nostro Paese, i primi sette miliardari italiani posseggono una ricchezza superiore a quella del 30% più povero della popolazione; se tra il 1988 e il 2011, il 10% più facoltoso ha accumulato un incremento di reddito superiore a quello della metà più povera degli italiani, in 10 anni, dal 2005 al 2015, i poveri assoluti sono più che raddoppiati (4,6 milioni, pari all’8% della popolazione), mentre la povertà relativa (calcolata in base alla spesa media per consumi pro capite) colpisce 8,3 milioni di persone, pari al 13,7% della popolazione.

Si tratta di un fenomeno che colpisce soprattutto le fasce più deboli e giovani della società: le famiglie operaie, i bambini al di sotto dei 6 anni, i giovani che né studiano né lavorano (NEET), le donne dopo la maternità, determinando un rischio povertà ed esclusione sociale che dal 2005 al 2015 è cresciuto dal 25,6% al 28,7% della popolazione, quasi un italiano su tre.

Gli effetti politici di questa situazione sono altrettanto evidenti: il diffondersi di populismi, neofascismi e neonazismi, nonché di fenomeni di xenofobia e razzismo nelle popolazioni europee sono sfruttati dagli “imprenditori della paura” a livello politico per proporre risposte neoautoritarie, sovraniste, isolazioniste e nazionaliste che mettono a repentaglio la stessa sopravvivenza dell’Unione Europea, che non ha saputo affrontare adeguatamente tra le altre cose il problema dell’immigrazione e dei rifugiati dalle guerre del Nordafrica e del Medio Oriente, evidenziando divisioni e scarsa condivisione del problema.

Che fa la sinistra di fronte a tutto questo? Quale rilevanza assegna al problema? Lo considera ancora una discriminante rispetto alla destra o lascia alle destre populiste la risposta al problema?

Questo il tema della tavola rotonda che la Libera Università Popolare di Reggio Emilia, in collaborazione con la CGIL di Reggio Emilia, ha organizzato per il 2 maggio 2017 al termine del XII corso, dedicata per l’appunto al tema “La sinistra di fronte alla sfida delle disuguaglianze”, che vedrà la partecipazione in qualità di relatori di Stefano Fassina deputato al  Parlamento di Sinistra Italiana, Eleonora Forenza, deputata al Parlamento Europeo per  L’altra Europa con Tsipras, Luigi Marattin per il Partito Democratico, consigliere economico del Governo Gentiloni, Enrico Rossi, governatore della Regione Toscana   per Art.1, Movimento Democratici e Progressisti, che discuteranno con Maurizio Landini, segretario nazionale FIOM-CGIL. Lo scopo è quello di proporre un confronto approfondito sulle diverse strategie che i partiti della sinistra propongono di fronte alla sfida delle disuguaglianze al fine di valutarne la potenziale efficacia e la capacità di trasformazione sociale in senso progressista.

 

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