6 AGOSTO: NEL RICORDO DI MARCINELLE DIFENDERE I DIRITTI DEI MIGRANTI
Nel 60° anniversario della “prima” tragedia dell’emigrazione italiana MARCINELLE – LE BOIS DU CAZIER del 6 agosto 1956
il Comune di Reggio Emilia, la Filef (Federazione italiana lavoratori emigranti e familiari) e CGIL CISL UIL ricordano il disastro minerario in cui morirono 262 persone.
SABATO 6 AGOSTO alle ore 17:30
PARCO DELLA PACE (Direzionale S. Pellegrino, Via Gandhi)
Intervengono
- Serena Foracchia, Assessore a Città Internazionale del Comune di Reggio Emilia
- Stefano Morselli, FILEF Reggio Emilia
- Luigi Tollari, Segretario generale UIL Modena e Reggio Emilia
8 Agosto: nel ricordo di Marcinelle difendere i diritti dei Migranti e i valori sociali dell’EuropaLa celebrazione dell’anniversario della tragedia della miniera di Marcinelle, dove, l’8 agosto del 1956, persero la vita 262 minatori, in grande maggioranza italiani, è un’occasione significativa per rendere omaggio all’emigrazione italiana, alle sue tante vittime e a quanti, nella ricerca di una vita migliore, hanno sofferto sfruttamento, discriminazioni e razzismo. Allo stesso tempo richiama all’impegno per confermare e salvaguardare i valori profondi della costruzione europea – a partire dal suo modello sociale – che hanno trovato nel sacrificio di tanti lavoratori e di tanti emigranti la base materiale per il superamento dei conflitti e dei nazionalismi e per l’abbattimento delle frontiere.
Negli anni Cinquanta del secolo scorso uomini morivano lavorando in miniere prive della necessaria sicurezza, mentre il loro Paese li aveva abbandonati e dimenticati dopo averli scambiati per forniture di carbone. Oggi, migliaia di immigrati vengono ancora respinti o costretti alla clandestinità, senza il riconoscimento dei diritti fondamentali inalienabili di ogni persona, quando non perdono la vita nel tentativo di raggiungere paesi che li respingono e li abbandonano al loro destino. Riempie di sgomento e dolore vedere come la grande tragedia di Marcinelle si possa ripetere, oggigiorno, nell’esperienza di quanti fuggono la miseria, la guerra e, sperando in una vita migliore, finiscono nelle mani di moderni mercanti di schiavi; o nelle condizioni di lavoro disumane, prive di ogni salvaguardia alla salute e alla sicurezza che grandi imprese multinazionali impongono o tollerano negli ultimi anelli della subfornitura nei paesi cosiddetti in via di sviluppo. Nello stesso spirito di allora la CGIL continua oggi il proprio impegno per il riconoscimento dei diritti dei migranti, una politica di accoglienza e di inserimento in una società multiculturale, la battaglia per la cittadinanza europea, la prospettiva di un’Europa dei Popoli, aperta ed accogliente, fondata sulla democrazia e l’uguaglianza e non succube alle sole regole dei mercati, l’affermazione del lavoro dignitoso in ogni parte del mondo.
Allo stesso modo la CGIL conferma la necessità di una svolta nelle politiche verso gli Italiani all’estero, anche di fronte alla “nuova” emigrazione di centinaia di migliaia di giovani qualificati e laureati che, come accadde ai loro progenitori, spesso non emigrano per scelta ma per la dura realtà della mancanza di qualsiasi prospettiva di lavoro in patria. Vanno superate le politiche degli scorsi governi che, attraverso tagli indiscriminati della spesa destinata agli italiani nel mondo ed ai milioni di oriundi italiani, hanno praticato la sostanziale liquidazione di ogni sostegno alla lingua e alla cultura italiane ed al mantenimento del legame con le comunità emigrate nel mondo, che tanto hanno contribuito allo sviluppo civile ed economico dell’Italia e che possono ancora contribuire al superamento della crisi che l’Italia attraversa, sostenendo e valorizzando l’immagine del nostro paese, la sua produzione e le sue esportazioni.
(da Redazione Taccuino_7 agosto 2013)