RICICLAGGIO IN CRESCITA: “NO AI CONDONI FISCALI”
Franco Zavatti, coordinatore sicurezza e legalità Cgil Emilia Romagna
RICICLAGGIO ANCORA IN CRESCITA, COLPENDO ECONOMIA E LAVORO PULITI. AMPIE CONFERME NELLA SENTENZA AEMILIA.
CGIL: “NO A CONDONI FISCALI”
Dopo l’ampio servizio del sole24ore con le tabelle de “l’Italia dei reati”, si aggiunge il quadro prodotto dall’ultimo Report Banca d’Italia-UIF, coi dati delle segnalazioni sulle operazioni finanziarie sospette di riciclaggio e finanziamento del terrorismo internazionale.
Dati aggiornati al 1°semestre 2016.
Semestre che abbiamo dietro le spalle e che registra il picco record di 52.049 segnalazioni sospette a livello nazionale.
Report che conferma un “rosso” uniforme per la nostra regione Emilia Romagna, con 3.580 segnalazioni in soli sei mesi – più 27,9% – e con Modena, in rapporto a popolazione e numero di imprese, prima provincia con 555 operazioni sospette: più 33,5%. Seguono Bologna, Rimini, Reggio Emilia, Parma, Forlì, etc.Notevoli incrementi che sconcertano e che la stessa UIF della Banca centrale mette in riferimento “anche” con le segnalazioni derivanti dalla “voluntary disclosure” e cioè le 13.000 autodenunce – facilitate da un opportuno provvedimento parlamentare – per quei contribuenti “furbetti”, disponibili a far rientrare investimenti illeciti all’estero, pagando ovviamente quanto finora sottratto al fisco e sanzioni ridotte/semplificate.
A tale proposito, va subito chiarito il NO della Cgil in merito alla ventilata “novità” da inserire eventualmente nella prossima Legge di Stabilità, e cioè il “condono Equitalia” cui ha accennato il viceministro della Economia. Bene le semplificazioni a sostegno degli esportatori illeciti di capitali che vogliono regolarizzare, ma No a condoni fiscali striscianti.Dati molto gravi, purtroppo crescenti, che preoccupano direttamente anche il sindacato.
Perché il riciclo di risorse è sempre l’anticamera della economia illegale e delle probabili infiltrazioni malavitose. Perché così danneggiando l’economia sana nei territori, l’impresa regolare, rubando risorse allo sviluppo, si danneggia il lavoro pulito ed in regola coi contratti, col fisco e coi versamenti pensionistici.
Tanto più che il Report Banca d’Italia nel classificare le regioni per “classe di rischio”, pone la nostra Emilia Romagna fra le zone del Paese con il 60,2% di segnalazioni sospette considerate di “medio/alto rischio”.Inoltre, cresce ancora il dato che da tempo coinvolge in primis i nostri territori, relativo ai “bonifici sospetti verso/da i Paesi paradisi fiscali“.
Con le province di Modena e Piacenza fra le “rosse” del centro/nord, con un incredibile 12-15% del totale dei bonifici esteri, segnalati per questo grave sospetto !
Infine, parte integrante ed allarmante della ricerca, riguarda la rilevazione di “sospetto finanziamento del terrorismo e traffico di armi”, con un picco in aumento di ben +226% sul semestre precedente, confermando la rilevanza concreta e l’attualità del rischio di infiltrazioni internazionali.Deve perciò essere evidente per l’intera rete delle rappresentanze democratiche in ogni nostro territorio, l’urgente e concreta necessità di leggere meglio le modalità, forme, collusioni, che consentono un così esteso e cancerogeno malaffare economico, chiaramente funzionale alle mafie.
Più esplicitamente. Il problema non è quello di conoscere i “nomi” di quei signori, imprenditori e consulenti, che in ognuno dei nostri territori tesse quelle centinaia di operazioni sospette di riciclo – competenza degli Organi inquirenti – bensì di poter “leggere” meglio il contenuto ed il contesto locale di quei dati.
Istituzioni territoriali, Associazioni economiche, imprenditoriali e professionali, Sindacati e Rappresentanze radicate della società civile e legale, dovrebbero essere chiamate e riunirsi per poter meglio far luce – in ogni territorio – sulle loro specifiche criticità: quali settori, tipo e dimensione di imprese, sportelli privilegiati scelti per quelle operazioni, possibili percorsi e consulenze,ecc.
Ovvio, che ogni territorio avrà in quei dati sull’antiriciclaggio, qualche specificità, utile per meglio capire e prevenire.
Allargare così ed alzare gli argini della prevenzione fattiva e concreta.L’ormai vicina approvazione della Legge regionale – condivisa dai soggetti e rappresentanze soprarichiamate – del Testo Unico sulla legalità e la “economia responsabile”, istituisce una appropriata Consulta regionale che, in primis, dovrà aprire questo capitolo sulla lettura e contrasto del riciclaggio così diffuso.
Davvero molto istruttivo scorrere le 1.391 pagine – depositate la scorsa settimana,in casuale contemporaneità col Report Uif – delle sentenze e motivazioni di condanna del Tribunale di Bologna per il processo col rito abbreviato ai 71 imputati Aemilia.
In particolare, l’intero e lungo capitolo 5°, titolato “Frodi fiscali”, spiega concretamente lo svolgersi del malaffare col riciclo che sfocia nella mafiosità, parlando anche i nostri dialetti emiliani!
Illuminanti alcuni sottotitoli e tralasciando i nomi :
– “impiego delle imprese nelle frodi carosello”
– il giro dei “finanziamenti in Svizzera” ed “i conti tedeschi”
– i fraudolenti “fatti di bancarotta”
– il giro delle “false fatturazioni”
– il ricatto e “danno dell’usura”
– “trasferimenti di valori fraudolenti”
– contante e “movimenti di denaro”
– i “reimpieghi piacentini” di risorse
– “carte di credito abusive“.
Insomma, un testo necessariamente lungo quello della Giudice Zavaglia, ma pieno di concretezza e davvero ideale per l’insegnamento anche per il contrasto al riciclaggio.di Franco Zavatti, coordinatore sicurezza e legalità Cgil Emilia Romagna