LETTERA APERTA ALLA CITTA’ DEI LAVORATORI UNIGREEN

27 Luglio 2016
Lunedì siamo tornati tutti al lavoro. Solo un mese fa pensavamo che l’unico futuro potesse essere un licenziamento, ma abbiamo lottato. Ventidue giorni di occupazioni sono tanti, faticosi, stressanti, e non saremmo riusciti a salvare il nostro lavoro e condizioni di vita dignitose se non fossimo stati uniti e aiutati da tante persone.

Ci sentiamo quindi obbligati a scrivere questa lettera alla cittadinanza reggiana per dire “Grazie”. Grazie al Sindaco Luca Vecchi che subito ci è venuto a trovare e ha schierato il Comune dalla nostra parte; grazie a Susanna Camusso per essere stata al presidio; grazie a quei delegati sindacali che hanno passato ore con noi, ascoltandoci e parlando dei problemi delle loro aziende; grazie ai parrocchiani della zona che seguendo il suggerimento di Papa Francesco “Fatti, non parole” hanno realizzato la parabola del Samaritano per ogni giorno di sciopero; grazie a quel forno di Salvaterra che quotidianamente ci ha portato due vassoi di erbazzone e gnocco, ai delegati delle fabbriche vicine che non ci hanno mai lasciato senza colazione; grazie a quelle due coppie di fidanzati ucraini che in una delle notti più afose ha voluto ascoltare la nostra storia portandoci in dono alcune birre fresche; grazie a quella famiglia che dopo aver festeggiato il compleanno del figlio è venuta a condividere la torta con noi, e a Don Gianni e Don Luigi che non hanno smesso di chiederci di cosa avevamo bisogno; grazie agli operai della Ognibene che hanno passato un sabato mattina alla Unigreen dopo aver picchettato dalle cinque il proprio stabilimento per il contratto nazionale; grazie ai centri sociali di Cavazzoli e Roncocesi che hanno fatto a gara a chi ci donava più gnocco fritto e salume; grazie ai colleghi della Maschio Gaspardo di Morsano, Cremona, Cadoneghe e Capodarsego che hanno scioperato per noi ed insieme a noi hanno capito che qualcosa è cambiato; grazie ai delegati del gruppo Emak che ci hanno sostituito quando eravamo in Provincia in una staffetta simbolica che per noi ha avuto una speciale importanza.

Un grazie infinite a quell’anziana pensionata che ci ha portato due sporte di spesa scusandosi di non poter fare di più, lasciandoci senza parole, e tante tante grazie alla Fiom ed alla Cgil che si sono mobilitati pancia a terra per darci forza soprattutto nei momenti più difficili. Grazie alle nostre famiglie, ognuna con i suoi casini, che ci hanno sostenuto in questa fase drammatica della vita. Grazie alle centinaia di cittadini reggiani che quasi ogni ora per oltre venti giorni ci hanno portato acqua, frutta e viveri, ma sopratutto il proprio tempo ed appoggio. Per occupare il più piccolo stabilimento di una azienda multinazionale serve molto coraggio e senza di voi questo coraggio forse non l’avremmo avuto.

Non riusciamo a ringraziare tutti perché la maggior parte di voi ci ha aiutato in maniera anonima, ma chi è venuto o anche semplicemente è passato suonando il clacson in segno di solidarietà ha la nostra gratitudine, perché non ci siamo mai sentiti soli, perché ci avete fatto sentire dalla parte giusta.

Ringraziamo infine i giornali e le televisioni locali che hanno seguito la nostra vicenda: senza il vostro prezioso lavoro saremmo stati ignorati. Reggio Emilia si è dimostrata una città molto solidale, quanto nessuno di noi sinceramente si aspettava.

Quando, tre anni fa, il Gruppo Emak vendette l’Unigreen alla Maschio Gaspardo, tutti avevamo intuito che chi comprava era interessato al marchio e ai prodotti, ma non alle persone. Tre anni difficili, tre anni di ricatti che poi si sono avverati. Resta un rammarico: a fine anno questa città perderà fabbrica non in crisi, che aveva lavoro.

Se vogliamo evitare che in futuro la difesa delle industrie reggiane resti solo sulle spalle degli operai e degli impiegati, dopo che per tre settimane abbiamo toccato con mano l’impotenza della politica e la totale indifferenza del sistema delle imprese reggiane, la nostra storia deve interrogare tutti.

Se continueremo ad avere un lavoro dignitoso lo dovremo innanzitutto a noi stessi, alla nostra lotta, al sindacato e ai tantissimi che ci hanno aiutato.

Grazie ancora quindi, perché insieme si vince.

 

Le lavoratrici e i lavoratori dello stabilimento Unigreen Maschio Gaspardo

MAGLIE

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