“I GIORNI DELL’R60”: A SESSANTACINQUE ANNI DI DISTANZA UN FILM PER RICORDARE IL TRATTORE DELLE REGGIANE
“I GIORNI DELL’R60”
A SESSANTACINQUE ANNI DI DISTANZA UN FILM PER RICORDARE IL TRATTORE COSTRUITO DAGLI OPERAI DELLE REGGIANE
Nel sessantacinquesimo anniversario dal giorno in cui il famoso Trattore R60, autoprodotto dagli operai delle Officine Reggiane allora occupate, lasciò per la prima volta la fabbrica e si diresse nei campi, la Camera del Lavoro, il Centro Studi R60 ed Arci hanno deciso di proiettare un film in cui se ne ripercorre genesi, ispirazione e storia.
Era il 27 giugno 1951, dopo mesi di lavoro gli operai sono pronti per vedere la loro creazione in funzione: mandano il trattore nei campi di fronte via Agosti a mangiare la terra con profondi solchi. Lunedì prossimo, 27 giugno, all’interno della rassegna estiva organizzata da Arci Reggio Emilia presso l’ex arena Stalloni, sarà offerto alla città, con ingresso gratuito, il film – documentario realizzato da Guido Albonetti, Giovanna Boursier e Mauro Morbidelli e prodotto dalla Camera del Lavoro di Reggio Emilia “I GIORNI DELL’R60”.
La serata dedicata all’R60 avrà inizio alle 21:30. Parteciperanno MICHELE DE PALMA, Fiom nazionale e GIOVANNA BOURSIER, co-autrice del film e collaboratrice di Report.
Si allegano due brani che raccontano il momento dell’uscita del Trattore dai cancelli della fabbrica.
LA STORIA DELL’R60
tratto da “Una fabbrica, un territorio, una storia di vita”
di Silvano Consolini
“La costruzione è avvenuta nei primi sei, sette mesi di occupazione, però c’erano già i progetti. Il problema era come prendere i pezzi dall’esterno, come farli entrare, specialmente se erano grossi. Per esempio, per due molle del trattore, fatte alla fonderia a Modena, dovemmo escogitare un piano. La polizia lo sapeva e ci controllava molto di più; allora abbiamo fatto una cosa cronometrica, stabilendo un orario in cui il camioncino con le molle arrivava in una via di fronte al cancello delleReggiane; abbiamo detto: “alle dieci di apre” e, come si è aperto il cancello, il camion ha attraversato la strada ed è entrato.
La polizia è arrivata mentre il cancello si chiudeva. E’ andata bene, s’era messo a posto gli orologi: alle dieci tu apri il cancello e noi alle dieci diamo il via al camion. Contemporaneamente, c’erano da fare cinque metri per attraversare la strada, così un gruppo di operai fuori, alle dieci, ha bloccato la via da una parte all’altra.
Dopo alcuni mesi di lavorazione la costruzione del trattore era cosa fatta. Siamo usciti a fare le prove in un campo sportivo del Comune vicino al bocciodromo Tricolore.
Nel campo i tre trattori hanno incominciato a tracciare solchi, è stato un momento di grande commozione quando, dopo aver attaccato il vomero si sono visti solchi profondi, di 50-60 centimetri che venivano tracciati senza alcuna difficoltà. Era sicuramente un giorno indimenticabile. I trattori R60 sono uscirono ancora tutti e tre insieme quando vi è sta la chiusura della vertenza, la fine dell’occupazione. Attorno al trattore, che era diventato il simbolo della lotta, vi erano tutte le maestranze”.
27 GIUGNO 1951
tratto da “Il diario di Bleki” cronache dall’occupazione delle Omi Reggiane
“Questa mattina con grande sorpresa da parte della polizia come pure delle maestranze, verso le 10 il trattore R60 è uscito dalla fabbrica per la rima volta tra il grande entusiasmo di tutti i lavoratori. Il Trattore è andato poi nel campo presso l’ENAL aprendo profondi solchi con un aratro bivomero dando un’ulteriore prova del grande gioiello creato dalla classe operaia in lotta. Mentre il trattore faceva il suo lavoro e le maestranze lo seguivano cantando inni di lotta, poi invece di rientrare la solito posto ci siamo incolonnati e percorrendo via Bligny siamo rientrati per la portineria vecchia facendo venire un po di fifa ai scelbini che hanno fiaccato il telefono. La manifestazione ha portato entusiasmo nelle maestranze, sul viso di ognuno si vedeva la soddisfazione, mentre noi uscivamo col trattore i giovani hanno inscenato una manifestazione in città e davanti alla Prefettura”.