COME USCIRE DALLA CRISI CON DIRITTI: CONFRONTO CON LA POLITICA

9 Giugno 2016

COME USCIRE DALLA CRISI CON DIRITTI: CONFRONTO CON LA POLITICA
SUI REFERENDUM CGIL SOSTEGNO DA MOVIMENTO 5 STELLE E SEL-SI, NO DEL PD

CRISTALLO

Come uscire dalla crisi con diritti”: questo il titolo dell’iniziativa organizzata dalla Camera del Lavoro di Reggio Emilia che si è tenuta oggi pomeriggio al Cinema Cristallo davanti ad una platea di delegati e funzionari sindacali.
Un’iniziativa che ha chiamato la politica a confrontarsi sui temi del lavoro e della crisi a partire dai progetti messi in campo in questi mesi dalla Cgil: la proposta di legge di iniziativa popolare per riscrivere un nuovo statuto dei lavoratori, la “Carta dei diritti universali del lavoro”, e i tre referendum abrogativi di parti sostanziali del jobs act e della normativa sul lavoro degli ultimi anni. Progetti impegnativi quelli messi in campo dalla Cgil che stanno coinvolgendo tutta l’Organizzazione nella raccolta delle firme necessarie per essere presentati in Parlamento e che a Reggio Emilia sono già arrivate a 25mila in un mese e mezzo.
Proposte impegnative per ottenere un cambiamento reale, la riconquista di diritti negati e per riappropriarsi di quella dignità del lavoro che passa dal superamento della precarietà, dalle condizioni e dalle opportunità concrete di ognuno di noi: si parla infatti di reintrodurre la giusta causa nei licenziamenti illegittimi,eliminata con lo svuotamento dell’articolo 18 della Legge 300, di abolire i voucher e di ripristinare la responsabilità solidale negli appalti.
Temi complessi e politicamente molto netti che Guido Mora, segretario della Camera del Lavoro e la ricercatrice all’università Scienses Po di Parigi, Marta Fana, hanno provato a sviscerare.
Perché a leggere i dati l’ottimismo del governo si rivela molto fumoso e di bassa qualità: “i posti di lavoro creati dal jobs act sono 114mila – sottolinea Marta Fana – mentre con i voucher, cioè senza contratto di lavoro e con contribuzione pensionistica al 13% hanno lavorato un milione e mezzo di persone”.
Tante le sollecitazioni e le domande poste agli esponenti politici che i partiti invitati al confronto hanno scelto, poche però le risposte chiare e nel merito non viziate da retorici giri di parole. Diverse le posizioni dei tre politici su quali siano le strade da intraprendere per uscire dalla crisi rilanciando un’economia sana e con diritti: c’erano Paolo Calvano, segretario regionale del Pd, Norberto Vaccari, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle e Juri Torri, consigliere regionale di Sel, che incalzati da Marta Fana non sono però riusciti a convincere.
Sul sostegno ai referendum della Cgil invece sono emerse posizioni più chiare: due a favore, quelle di Torri e Vaccari, mentre Calvano si è detto contrario.
Le conclusioni sono state affidate a Danilo Barbi, segretario nazionale della Cgil, che ha espresso un giudizio severo verso le politiche del governo e ha messo l’accento sull’importanza di “ripristinare un punto democratico e di merito nel rapporto tra politica e lavoratori, un punto che attraverso la sfida per i diritti che abbiamo intrapreso con i referendum e la Carta ci è permesso di perseguire grazie alla nostra Costituzione – ha sottolineato Barbi -. Bisogna invertire il senso di marcia laddove si stanno restringendo gli spazi democratici dei soggetti sociali”. Poi un invito alla sinistra che “ ha il compito di riprendere in mano la riforma dell’attuale capitalismo, perché se non lo fa diventa ‘ceto‘ – ha concluso – . A fare invece le politiche liberali, ci sono già i liberali”.

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