ALUBEL: LAVORATORI IN SCIOPERO DA UNA SETTIMANA. LA DIGNITA’ VIENE PRIMA DEI SOLDI
Da una settimana gli operai dell’Alubel di Bagnolo stanno scioperando per chiedere il pagamento di un’ora e mezza di retribuzione: oltre 40 ore di sciopero per vedersi riconosciuto il corretto pagamento di soli 90 minuti che l’azienda non vorrebbe corrispondere.
Una situazione che appare paradossale se non fosse che i dipendenti in sciopero, sostenuti dalla Fiom Cgil di Reggio Emilia, raccontano come non sia in vero per quello “spicchio” di retribuzione che stanno scioperando, bensì per una questione di principio: veder riconosciuto il rispetto nei loro confronti e la tutela della propria dignità di persone e di lavoratori.
La vicenda che ha portato agli scioperi ha inizio martedì scorso, con un camion che entra all’interno dell’officina e lì si ferma con il motore acceso. E’ in quel momento che il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza della Fiom (RLS) chiede di poter parlare con il Responsabile della Sicurezza dell’azienda per capire se quella situazione fosse a norma e se fosse lecito continuare a lavorare mentre venivano emessi fumi di scarico nell’area produttiva; tutto ciò mentre le vie d’uscita d’emergenza risultavano bloccate.
“La reazione della Direzione a questa semplice richiesta, – spiega Ciro D’Alessio, della Fiom reggiana – è stata quella di comandare l’uscita dal luogo di lavoro di tutti gli operai perché attendessero nel piazzale dello stabilimento fino alla conclusione delle operazioni del camion. I lavoratori sono quindi usciti e i loro rappresentanti hanno chiesto delucidazioni in merito alla regolare retribuzione di quel tempo passato fuori. Dopo un’ora e mezza, i fatidici 90 minuti – continua D’Alessio – la Direzione ha chiesto agli operai di tornare a lavorare, comunicando loro che non aveva nessuna intenzione di retribuire quel fermo produttivo ordinato dall’azienda “a meno che non fosse stato un giudice ad ordinarlo”. Questo non è contrattualmente possibile – chiosa la Fiom -, la retribuzione è dovuta. I lavoratori hanno ritenuto questo comportamento fortemente ingiusto e hanno votato cosi lo sciopero”.
Nei giorni scorsi, nonostante le richieste di dialogo avanzate dalla Rsu, l’azienda non ha avuto atteggiamenti conciliativi volti a risolvere la questione, al contrario si è espressa attraverso un comunicato in cui ha sostenuto che gli scioperi attuati dai lavoratori sarebbero stati “considerati assenze ingiustificate”, cioè punibili disciplinarmente. “ A questo punto – fa sapere il sindacato dei metalmeccanici – abbiamo reagito minacciando una causa per attività anti-sindacale mentre i lavoratori hanno deciso di proseguire lo sciopero”.
E’ evidente dunque come la vertenza che sta coinvolgendo i lavoratori dell’Alubel sia basata su una questione di principio: non contano i soldi ma il rispetto dei contratti, il rispetto delle persone e il rifiuto di un atto di autoritarismo. Il rischio oggi è che la vertenza possa proseguire ancora a lungo.
Venerdi pomeriggio la Direzione Aziendale ha affisso un comunicato in cui si dice disponibile a riaprire il negoziato per il rinnovo del contratto aziendale, scaduto da ben tre anni, e i lavoratori hanno letto questo messaggio come una disponibilità al dialogo. Per questo motivo hanno chiesto alle Rsu ed alla Fiom di ascoltare le proposte dell’azienda.
“Non abbiamo mai chiuso le porte alla Direzione, il titolare sa che con la Fiom e le Rsu può confrontarsi – ha concluso Ciro D’Alessio -. I lavoratori però ci chiedono di trovare una soluzione dignitosa nonostante temano ripercussioni da parte dell’azienda. Se così non sarà rimarranno in sciopero. Sono persone, non macchine che si possono accendere e spegnere, chiedono rispetto e correttezza e su questo non faranno un passo indietro.”
Nei prossimi giorni potrebbero esserci evoluzioni, nel frattempo la Fiom Cgil di Reggio ha garantito ai lavoratori in sciopero la solidarietà di tutta l’organizzazione e dei delegati Fiom delle altre aziende del territorio.