SERVIZI AGLI ANZIANI: LA SFIDA DEL FUTURO E’ NELLA GESTIONE PUBBLICA DISTRETTUALE

29 Gennaio 2018

Puntare ad un sistema di servizi per anziani dove il soggetto pubblico non abbia compiti solo di programmazione ma ricopra un ruolo di gestione dei servizi stessi.

Avviare una cabina di regia che deve coinvolgere tutti i soggetti istituzionali e politici preposti: dalla Regione alla Conferenza territoriale sociosanitaria fino all’Unione dei Comuni, per arrivare ad un’unica forma di gestione pubblica dei servizi a livello distrettuale: l’Asp. Cioè l’Azienda pubblica di servizi alla persona, come previsto dalle linee guida della Regione Emilia Romagna.

E’ questa la proposta che Cgil Cisl e Uil provinciali portano avanti da quasi un anno e che ora chiama ad una precisa scelta di responsabilità i comuni della bassa reggiana, in primis quello di  Novellara.

Due le scelte possibili: puntare alla costruzione di un unico soggetto pubblico che sia più forte nell’affrontare la scarsità dei fondi destinati al welfare e capace di rispondere in modo adeguato ai bisogni crescenti della popolazione, oppure lasciare spazio ad una degenerazione privatistica nella gestione dei servizi di cura.

Questa mattina in conferenza stampa Guido Mora, segretario Cgil Reggio Emilia, Andrea Sirianni della segreteria Cisl Emilia Centrale e Ferdinando Guidetti, segreteria Uil Reggio Emilia, hanno fatto il punto sulla situazione dei servizi agli anziani proprio a partire dal  distretto di Guastalla dove si fotografa un panorama assai diversificato. Negli otto comuni dell’Unione infatti esiste una grande disomogenità con ben tre tipi di gestione differente (gestione diretta pubblica, esternalizzazione alle cooperative e contratti di servizio).  Una situazione che vede molti Comuni concordare sulla necessità di riorganizzare i servizi andando verso una gestione associata e unica.

Riorganizzare i servizi e renderli più equi ed omogenei per tutti è una sfida che solo l’Asp distrettuale può raccogliere. E per incentivare i Comuni a conferire i servizi all’Asp stiamo chiedendo alla Regione di intervenire anche attraverso la diminuzione dell’Irap che è maggiore del 3% circa rispetto a quella applicata alle cooperative sociali e alle aziende private – sottolineano Mora, Sirianni e Guidetti-. L’avevamo già chiesto due anni fa, ottenendo un primo ma non sufficente intervento e lo stiamo richiedendo ora anche attraverso la Conferenza territoriale socio sanitaria. Un tema questo su cui abbiamo già ottenuto il sostegno di molti consiglieri regionali”.

L’obiettivo perseguito dai sindacati che giovedì sera hanno indetto una partecipata assemblea pubblica, nella quale sono intervenuti cittadini ma anche rappresentanti delle istituzioni, comunali e regionali, è quello di intervenire sulle criticità di un settore che, pur con punte di eccellenza sul nostro territorio, riguarda migliaia di persone. I dati demografici ci dicono infatti che la popolazione nel nostro territorio sta invecchiando, che il 22% di essa ha più di 65 anni e l’11% più di 75 anni. Numeri che raccontano come la gestione dei servizi agli anziani (case protette, centri diurni e assistenza domiciliare) coinvolga una fetta di popolazione tra le più fragili, ma anche tra le più larghe.

“Bisogna avere la volontà politica di fare una scelta strategica coraggiosa: quella della trasformazione, non della conservazione. Quella del rilancio e potenziamento dell’Asp distrettuale e non quella della chiusura localistica  entro i confini municipali”.

La partita, se così si può definire, che si gioca nella Bassa reggiana ha dunque un valore su più fronti e si colloca, dopo quella che aveva visto la Val D’Enza protagonista un paio di anni fa, in una posizione dirimente per decidere della sostenibilità e del futuro dei servizi di assistenza.

E’ per questo che crediamo che una programmazione pubblica senza una gestione diretta renda il soggetto pubblico miope, faccia perdere il contatto con i bisogni dei cittadini e con la situazione reale – sottolineano i sindacati – Inoltre, si pone un problema anche dal punto di vista dei lavoratori, da cui dipende la qualità dei servizi erogati. Infatti, nell’ipotesi dell’azienda speciale verso cui è orientata Novellara si verificherebbero disparità di trattamento salariale e normativo tra i dipendenti, con ripercussioni negative anche sulla qualità del lavoro svolto”.

“Crediamo che Novellara (unico Comune che al momento non è socio Asp Progetto Persona) debba entrare fin da ora nell’Asp esistente, con un contratto di servizio temporaneo che gli consenta di mantenere le condizioni attuali dei servizi e del personale. Una soluzione che consentirebbe di riprogettare nell’arco di un biennio un’Asp ricca di servizi e rafforzata con il contributo di tutti i Comuni. – concludono Mora, Sirianni e Guidetti -. Per questo continuiamo a  chiedere che il Comune di Novellara non prosegua nell’idea di trasformare l’Istituzione Millefiori in un’azienda di diritto privatistico,  perseguendo così una scelta sbagliata e, temiamo,  senza ritorno”.

Nelle ultime iniziative pubbliche la proposta Cgil Cisl Uil di costituzione di un soggetto pubblico unico è stata condivisa da rappresentanti dell’Unione bassa reggiana, come il sindaco di Boretto con delega al sociale, Massimo Gazza, e il presidente dei soci Asp Progetto Persona, Andrea Costa, oltre che dai consiglieri regionali presenti.

Ora, in attesa di capire quale posizione prenderà il comune di Novellara, i sindacati hanno chiesto ai Comuni dell’Unione di indire i consigli comunali aperti, perchè la questione della gestione dei servizi agli anziani possa essere oggetto di partecipazione democratica da parte della cittadinanza.

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