NOVELLARA: L’AZIENDA SPECIALE NON E’ LA SCELTA GIUSTA
CGIL CISL UIL “Una soluzione localistica non può rispondere alla necessità di riorganizzare i servizi socio-sanitari per anziani sul territorio: bisogna puntare al Distretto”
“La soluzione localistica e la costituzione di un’Azienda speciale non possono essere la risposta alla crescente complessità dei bisogni di famiglie e anziani e alla necessità di riorganizzare i servizi socio sanitari sul territorio”.
Questa in sintesi la posizione di Cgil Cisl e Uil nuovamente rivolta all’Amministrazione comunale di Novellara dopo che, sulla vertenza aperta dai lavoratori dell’Istituzione “I Millefiori”, il Comune si è espresso in favore della costituzione di un’Azienda Speciale (Asp). Una scelta che andrebbe nella direzione opposta rispetto a quella dell’integrazione dei servizi sociali e socio-sanitari che anche la Regione sollecita a livello di distretto.
La Regione Emilia Romagna infatti, attraverso il Piano Socio Sanitario 2017-19, punta alla realizzazione di un sistema di servizi integrati, di ambito distrettuale, prevedendo un’unica forma pubblica di gestione degli stessi. L’intento è proprio quello di superare la frammentarietà attuale a favore di una gestione associata che consenta di sviluppare politiche di welfare nel loro complesso.
Una soluzione questa sposata anche da Cgil Cisl e Uil che ritengono sia proprio questo l’obiettivo che tutti gli otto comuni della bassa reggiana dovrebbero perseguire. E per farlo dovrebbero potenziare l’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona (ASP) già esistente nel distretto, con sede a Guastalla.
In questa ottica i sindacati hanno da tempo proposto la costituzione di un Tavolo di confronto che coinvolga tutti gli amministratori locali, offrendo anche la propria disponibilità a contribuire allo sviluppo di un percorso condiviso. Ad oggi però nessun riscontro è arrivato.
“Crediamo che, a garanzia della qualità dei servizi e dell’equità di accesso per i cittadini, il soggetto gestore debba essere pubblico (come lo è l’ASP) poiché è l’unico modo per tenere insieme la programmazione e la gestione diretta dei servizi, consentendo ai Comuni di mantenere uno stretto contatto con i cittadini – sottolineano Cgil Cisl e Uil provinciali – Esempi virtuosi di ASP nella nostra Provincia non mancano: da “Reggio Città delle Persone”, la più grande della nostra regione, alla “Carlo Sartori” nella Val d’Enza, fino alla “Opus Civium” dell’Unione “Terre di Mezzo”, oppure la “ Magiera Ansaloni” a Rio Saliceto. Se nell’ASP del distretto Bassa reggiana vi sono criticità crediamo dipendano da variabili sulle quali sarebbe possibile intervenire, se ci fosse una chiara volontà politica di tutti i Comuni del distretto, compreso quello di Novellara, che ad oggi non ha mai aderito all’ASP”.
I sindacati evidenziano inoltre che se l’istituzione “I Millefiori” fosse trasformata in una Azienda Speciale le ripetute rassicurazioni al personale coinvolto si riveleranno puramente illusorie, poiché questo comporterà anche la progressiva trasformazione del rapporto di lavoro dei 37 dipendenti: da pubblico a privato, con conseguente riduzione di diritti e salari.
Infine, si sottolineano le ricadute di natura giuridica di tale processo di trasformazione: nell’Azienda Speciale il pareggio di bilancio sarebbe, inevitabilmente, la priorità dell’Ente rispetto a qualsiasi altra considerazione sui bisogni degli anziani, dei cittadini e delle famiglie di Novellara o sulla qualità del servizio erogato, correndo anche il rischio di avviare, oggi, un percorso di completa privatizzazione del servizio agli anziani.
Parallelamente, in merito alla situazione più generale delle ASP reggiane le Organizzazioni sindacali “considerano positivo l’aver avviato un confronto con la Conferenza Territoriale Socio Sanitaria per affrontare il tema del welfare agli anziani e alle persone fragili del nostro territorio e, nello specifico, l’esigenza di revisione dell’aliquota IRAP per le ASP da parte della Regione, penalizzante rispetto all’aliquota imposta ai gestori privati, nonchè il superamento dell’estesa precarizzazione del lavoro e delle professionalità a garanzia della qualità dei servizi”.