PROTESTA DIPENDENTI ISPETTORATO DEL LAVORO: PROCLAMATO LO STATO DI AGITAZIONE

26 Ottobre 2017

Anche a Reggio Emilia è stato proclamato lo stato di agitazione per i dipendenti dell’ispettorato del Lavoro. Una protesta che si inserisce nel quadro delle iniziative di mobilitazione promosse da Fp Cgil Cisl Fp e Uil Pa a sostegno della vertenza in corso.

Quella degli Ispettorati del Lavoro, dove i dipendenti, anche a Reggio Emilia, si trovano a fronteggiare le maggiori incombenze di servizio è una situazione in procinto di esplodere – spiegano Maurizio Frigeri, Fp Cgil, Rosa Papaleo Cisl Fp e Luigi Nacca, Uil Pa -. L’Ispettorato e le sue diramazioni territoriali nascono nel 2015 con l’istituzione dell’Agenzia unica per le ispezioni del lavoro che ha assorbito tutti i compiti ispettivi e di vigilanza in materia di lavoro, purtroppo queste riforme dimostrano i loro limiti. I presupposti che stavano all’origine della riforma hanno deluso le aspettative dei lavoratori perché regna una confusione totale e tutte le attività svolte dal personale sono garantite solo ed esclusivamente grazie al senso di responsabilità dei dipendenti”.

Anche dal punto di vista salariale la situazione non è semplice perché “a causa di un errore contabile il Ministero dell’Economia non ha certificato la retribuzione accessoria 2016 e ha paventato il sequestro di somme già liquidate con restituzione salariale da parte dei lavoratori – aggiungono i sindacalisti -.
Una situazioni di disagio su più fronti quindi: “la sola sede di Reggio Emilia, a causa del blocco del turn over, conta solo su nove dipendenti con qualifica amministrativa e spesso vengono sottratte risorse al ruolo ispettivo già numericamente insufficiente a garantire la copertura della Provincia – continuano Frigeri, Papaleo e Nacca – .A tanto si aggiunga la questione del personale ispettivo che presidia il territorio anticipando le spese di missione, retribuite solo a distanza di mesi, usando banche dati inadeguate e il proprio mezzo”.

Fp Cgil Cisl Fp e Uil Pa lamentano anche la mancanza di una figura territoriale stabile sul presidio reggiano e la carenza degli strumenti anche più basilari per poter garantire il normale funzionamento dell’ufficio.
Occorre che a livello centrale – concludono i sindacalisti – i vertici politici ed amministrativi si assumano le responsabilità di questa situazione

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