TAGLI ALLE RISORSE: A RISCHIO ACCOGLIENZA MIGRANTI E POSTI DI LAVORO
I Sindacati “chiediamo un confronto con Amministrazioni locali e Prefetture”
Cgil Cisl Uil esprimono forte preoccupazione per le problematiche che si stanno evidenziando a causa delle modifiche legislative nel campo delle politiche dell’immigrazione e dell’accoglienza dei richiedenti asilo.
Problematiche purtroppo ampiamente prevedibili, che investono in prima istanza le persone più vulnerabili, cioè i richiedenti asilo, ma che impattano anche sul territorio e sui livelli occupazionali dei soggetti che hanno fin qui garantito la gestione dell’accoglienza.
L’intervento del Ministero su questo tema è stato piuttosto massiccio: ha drasticamente diminuito il numero delle ore di lavoro dedicate ai servizi; ha ridotto da 35 euro a circa 21 euro lordi pro capite la spesa per l’accoglienza di ciascun migrante al giorno.
Mentre la normativa precedente prevedeva nei centri di accoglienza una presenza costante di infermieri, 24 ore su 24, ora questa presenza è ridotta a sole 6 ore al giorno.
I medici invece passano da 24 ore al giorno a 24 ore a settimana, gli assistenti sociali da 36 a 20 ore settimanali e i mediatori linguistici addirittura da 108 ore a settimana a sole 24.
Sono state del tutto abolite le ore dedicate all’insegnamento della lingua e al sostegno.
La Legge poi supera il sistema SPRAR, modello diffuso di accoglienza e di possibile integrazione, ora ridenominato e limitato ai soli minori stranieri non accompagnati e ai soggetti ai quali è già stato riconosciuto lo status di protezione internazionale.
A fronte di questo insieme di norme, i sindacati chiedono un confronto con le amministrazioni locali, titolari dello SPRAR, e le Prefetture, per definire percorsi utili a garantire la continuità del soggiorno e del percorso d’integrazione – che in tanti casi si realizza attraverso il lavoro, il percorso di formazione e studio e il volontariato – e per concordare azioni che favoriscano i processi di accoglienza, così pesantemente messi in discussione.
Il restringimento del sistema di accoglienza e la riduzione dei fondi dedicati, operati con l’ultima Legge di bilancio, pongono poi il problema dell’occupazione. Infatti il rischio concreto è quello di perdere preziose professionalità nel campo dell’integrazione dei richiedenti asilo, limitando di fatto l’attività degli operatori alla sola vigilanza e distribuzione del vitto. Con l’ulteriore rischio di licenziamenti di lavoratrici e lavoratori che non godono neanche di ammortizzatori sociali come la cassa integrazione, non previsti per i loro profili.
Le Organizzazioni sindacali, pertanto, hanno chiesto un incontro urgente anche a Confcooperative, per aprire un confronto utile ad affrontare sia il tema dell’accoglienza in prospettiva, sia le eventuali problematiche di natura occupazionale che potrebbero determinarsi.