BUS SETA MULTATO: LA RESPONSABILITA’ DELLO STATO DEI MEZZI NON PUO’ RICADERE SUGLI AUTISTI. L’AZIENDA DEVE PROVVEDERE ALLA MANUTENZIONE DEI VEICOLI.

14 Novembre 2019

E’ di pochi giorni fa la segnalazione secondo cui la polizia stradale di Reggio Emilia avrebbe fermato un autobus di Seta Spa corso in sostituzione di un mezzo in avaria, che quotidianamente effettua la linea Rubiera- Scandiano scuole, in appalto ad una ditta privata esterna.

Nella fattispecie, il mezzo sarebbe stato bloccato alla fermata di Arceto per oltre 40 minuti senza che i minori potessero scendere, nonostante fossero stati allertati i genitori che nel frattempo erano giunti sul posto per prelevarli ed accompagnarli a destinazione.

Inoltre, la Stradale avrebbe fermato un secondo mezzo di linea che procedeva in direzione opposta al fine di caricare altri scolari per accompagnarli a Scandiano.

In aggiunta alle lamentele dovute al ritardo del caso, aumentate dalle decisioni della Stradale di non consegnare i minori ai genitori, e alla decisione di invertire il senso di marcia di un bus con destinazione Rubiera, sono stati contestati all’autista di scorta di Seta Spa un sovraccarico di una decina di persone, la mancanza della cassetta di pronto soccorso a bordo e il malfunzionamento di cinque cinture di sicurezza del mezzo.

Il controllo, proseguito per oltre un ora anche al capolinea di Scandiano scuole, ha portato alla notifica di più verbali che nel complesso hanno visto decurtare 6 punti dalla patente all’autista e una sanzione di circa 500 euro.

La Filt Cgil di Reggio Emilia ha più volte segnalato il problema sicurezza e sovraffollamento degli autobus, soprattutto nelle corse scolastiche. E’ un problema che si ripete quotidianamente e che vede il personale viaggiante sotto continuo stress nelle ore di punta – spiega Vincenzo Cimmino, della Filt Cgil reggiana – . Abbiamo molte volte chiesto mezzi in più, capaci di far fronte al numero di utenti in costante aumento. La sicurezza di chi viaggia e di chi svolge un lavoro di responsabilità non può passare sempre in secondo piano – conclude il sindacalista – e soprattutto le colpe di queste disfunzioni non possono ricadere sempre sull’autista, che deve eseguire le direttive della Direzione Aziendale che spesso non tiene conto di fattori di rischio oggettivi”

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