APPUNTAMENTO DI CARATURA REGIONALE AL CENTRO MALAGUZZI DOVE SI SONO RIUNITE LE ASSEMBLEE GENERALI FIOM CGIL DI TUTTE LE PROVINCE DELL’EMILIA ROMAGNA

17 Settembre 2019

AL CENTRO DEL DIBATTITO LA PIATTAFORMA PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE

Più di cinquecento delegati Fiom emiliano romagnoli hanno riempito questa mattina l’auditorium del Centro Internazionale Loris Malaguzzi. Delegati e delegate eletti dall’85% dei lavoratori metalmeccanici della nostra Regione, a tanto ammonta infatti la rappresentanza Fiom.

Al centro del dibattito – alla presenza della Segretaria Generale Fiom Cgil, Francesca Re David, del Segretario Cgil regionale, Luigi Giove e del segretario Fiom regionale, Samuele Lodi – la presentazione della Piattaforma sindacale unitaria per il rinnovo del CCNL dei metalmeccanici. In questi giorni infatti si stanno svolgendo, insieme a Fim Cisl e Uilm Uil centinaia di assemblee nelle aziende metalmeccaniche di tutta Italia. Anche a Reggio Emilia sono già previste circa 350 assemblee in più di 300 aziende.

L’Emilia Romagna, dopo la Lombardia, è la regione più “metalmeccanica” d’Italia, ed è per questo che nel confronto per il rinnovo contrattuale i sindacati e le imprese emiliano romagnole avranno un ruolo molto importante, con ricadute sulle scelte nazionali.

“La nostra piattaforma parla anche al Governo, che ha promesso molto e noi verificheremo che mantenga le promesse. – ha detto Samuele Lodi, segretario Fiom regionale nel suo intervento – In particolare, sui temi della staffetta generazionale, sulle politiche industriali e sulla riduzione delle tasse per i dipendenti cercheremo intese per richieste comuni con le imprese. Domani i segretari di Cgil Cisl Uil incontreranno Conte e sarà il primo banco i prova per misurare la distanza tra parole e fatti. Noi non abbiamo Governi amici o nemici, misuriamo solo i fatti.”

Ma a sottolineare i punti chiave, sapendo che al centro di questa piattaforma vi è la richiesta di un aumento salariale che avvicini i salari dei metalmeccanici italiani a quelli dei colleghi europei è stata Francesca Re David, segretaria generale Fiom CgilL’ipotesi di piattaforma unitaria si pone l’obiettivo di aumentare le retribuzioni dei lavoratori metalmeccanici, ferme da troppo tempo, che sono anche la causa del blocco del mercato interno – ha detto – . L’aumento del salario sui minimi contrattuali e il contrasto alla precarietà sono elementi centrali della piattaforma. E’ necessario cambiare i modelli organizzativi delle imprese sui temi del mercato del lavoro, allargando le tutele e i diritti, in particolare negli appalti, e contrastando la precarietà; occorre valorizzare il lavoro attraverso interventi sulla formazione e sull’inquadramento professionale; e non è più tollerabile un sistema di compressione dei costi che sta sempre più producendo morti e infortuni sul lavoro”.

Temi importanti che vengono rimarcati anche dal segretario della Cgil Emilia Romagna, Luigi GioveHa fatto bene la Fiom, insieme a Fim e Uilm, a richiedere aumenti superiori all’inflazione – ha infatti sottolineato – . Esiste un problema salariale in Italia che va affrontato anche attraverso il taglio del cuneo fiscale e di aliquote fiscali più progressive, senza toccare invece il cuneo contributivo.Sul salario minimo va portato fino in fondo il confronto con Conte per ottenere l’erga omnes dei contratti nazionali e una seria legge sulla rappresentanza”.

A calare la discussione nel territorio ospite dell’importante assise di oggi è Simone Vecchi, segretario provinciale della Fiom di Reggio Emilia che alla nutrita platea ha detto “ I metalmeccanici reggiani nello sciopero del 14 giugno avevano già ampiamente manifestato l’adesione ad una richiesta sindacale di aumenti salariali. Sono aumentate le disuguaglianze, anche nel nostro territorio, ed è cresciuto il divario tra profitti e salari a favore dei primi: con il nuovo contratto nazionale ci poniamo l’obiettivo di ridurre queste disuguaglianze e la precarietà. La sfida per le imprese crediamo debba essere quella della competitività sulla qualità dei prodotti e sull’innovazione e non costo del lavoro. La congiuntura negativa attuale è la dimostrazione che i bassi salari non sono un problema solo dei lavoratori ma di tutta l’economia, che soffre soprattutto per una carenza di domanda interna”.

Forse stiamo entrando in una nuova crisi, – ha concluso Vecchi – ed è necessaria l’estensione degli ammortizzatori sociali modificando l’attuale legge, per evitare licenziamenti”.

Oltre ai succitati dirigenti sindacali sono intervenuti portando riflessioni, esperienze sul campo e contributi alla discussione delegati di ogni provincia emiliana. La maggioranza dei questi ha ribadito l’importanza data dai lavoratori all’ottenimento di aumenti sostanziali nel contratto nazionale. Parallelamente, grande spazio ha avuto anche il tema della formazione giacché nell’ultimo contratto firmato unitariamente erano previsti obblighi formativi (24 ore nel triennio) che non sono stati rispettati da molte aziende.

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