TECNO DI GUALTIERI: PER SALVARE L’AZIENDA E I POSTI DI LAVORO SI RICAPITALIZZI LA SOCIETA’
Sciopero questa mattina alla Tecno di Gualtieri. La Rsu insieme alla Fiom Cgil ha indetto uno sciopero di due ore con presidio davanti ai cancelli in concomitanza con l’assemblea dei Soci che si teneva all’interno.
Il presidio è stato indetto per chiedere alla nuova composizione sociale dell’Azienda, che dallo scorso aprile ha visto l’ingresso di un nuovo socio al 50% (il Dott. Abdoirahim Hazini), di prendere immediate decisioni di ricapitalizzazione della società e quindi di immissione di liquidità al fine di consentire il ripristino del normale pagamento dei fornitori. Si otterrebbe così una possibile ripresa della normale attività produttiva e di consegna degli ordinativi.
“La crisi di liquidità di questi ultimi tempi, ha determinato un fermo produttivo di oltre una settimana tra la fine di aprile e inizio maggio -spiega Sergio Guaitolini, segretario Fiom Cgil Reggio Emilia- ed ora dopo 4 giorni di produzione, il rischio concreto è di un nuovo stop produttivo per mancanza delle forniture con potenziale perdita degli ordinativi e di conseguenza dei clienti”.
La situazione è ormai al limite: uno slittamento anche di poche settimane senza prendere decisioni potrebbe causare danni irreversibili e determinare la cessazione dell’attività. E dunque la perdita di 300 posti di lavoro, oltre alle ricadute sull’indotto del territorio che coinvolgerebbero circa una cinquantina di occupati.
“A fronte di questa situazione, dopo l’incontro avuto come FIOM e RSU Tecno con il Presidente della Regione Stefano Bonaccini lo scorso 12 aprile – continua Guaitolini- e a fronte del quale vi è stata la convocazione di un ulteriore incontro tra Regione e precedente proprietà, che non ha consentito di chiarire le reali intenzioni rispetto alla situazione determinatasi, abbiamo richiesto nella giornata di ieri un nuovo incontro all’Assessorato alle Attività Produttive della Regione Emilia Romagna, con richiesta di convocazione di tutta l’attuale nuova proprietà, al fine poter verificare di fronte alle Istituzioni le reali intenzioni sul futuro della Tecno, e l’avvio di un confronto che possa approdare ad una discussione su un piano industriale che garantisca la prosecuzione dell’attività produttiva e la salvaguardia dei posti di lavoro”.
“Siamo qua per salvare l’azienda, per chiedere la cosa più naturale: poter lavorare, poter produrre senza continui problemi legati alle forniture – ha concluso il segretario delle tute blu in comizio davanti ai lavoratori- e per farlo è necessario che chi è entrato nella società creda nella prospettiva dell’impresa e lo dimostri con i fatti, immettendo immediatamente risorse per consentire la ripresa della normale attività produttiva”.
Lo sciopero con relativo presidio, pur sotto un tempo inclemente, ha visto la partecipazione di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori dei reparti produttivi che gridavano, rivolti alle finestre della direzione, “lavoro, lavoro, lavoro!”