SO.SEL: IL LAVORO RESTA MA LE TUTELE NEGLI APPALTI SONO ANCORA DA CONQUISTARE

22 Febbraio 2017

So.Sel si è aggiudicata per altri tre anni i servizi di lettura dei contatori di acqua e gas e delle attività tecnico-idrauliche per conto della multiutility IREN.

CGIL e FILCAMS Reggio Emilia e Parma esprimono “soddisfazione per un risultato che permetterà il mantenimento dei posti di lavoro, altrimenti in pericolo in caso di subentro di altro soggetto concessionario, vista l’assenza di qualsiasi tutela a livello di contrattazione di settore”.

“La soddisfazione non fa comunque dimenticare – ribadiscono i sindacati – che la predisposizione della gara di appalto da parte di IREN è avvenuta senza prevedere tutele occupazionali e contrattuali in quanto non contemplava esplicitamente clausole sociali di garanzia occupazionale e contrattuale, come richiesto dal sindacato e come previsto dal T.U. regionale su Appalti e Legalità”.

Oggi 60 lavoratori hanno ancora il loro lavoro grazie alle mobilitazioni e al riconoscimento della qualità e complessità delle loro mansioni. Ma quanti la prossima volta si troveranno in situazioni analoghe?

I confronti sindacali e quelli pubblici con IREN, gli scioperi, il coinvolgimento di Istituzioni e rappresentanti politici, sebbene abbiano ottenuto il risultato auspicato da sindacato e lavoratori, non hanno tuttavia modificato un approccio alle gare di appalto che ha, come unico obiettivo, la pura convenienza economica, che potrà continuare a generare un dumping contrattuale selvaggio.

CGIL, FILCAMS e lavoratori sono convinti che “l’attenzione ottenuta abbia contribuito ad aprire uno squarcio, ad accendere l’attenzione su un problema che generalmente passa sotto silenzio. Il confronto diretto tra la categoria che tutela i lavoratori in appalto e la committenza ha costituito infatti un fatto inedito rispetto a dinamiche sindacali a “compartimenti stagni” che spesso fanno il gioco di quei committenti che nei processi di esternalizzazione considerano solo il tornaconto economico del massimo ribasso e non la professionalità dei lavoratori coinvolti. Il CCNL diventa un optional ed il mercato prevale sui contratti”.

“Una deriva – dicono CGIL e FILCAMS – che apre problemi sia a livello socio-economico che a livello politico: “Se si considera il lavoratore e dunque la persona come mero fattore dell’offerta tecnica alla pari dell’organizzazione del lavoro e della progettazione e si pone il principio di libera concorrenza e di libera impresa come prevalente sul diritto “del” e “al” lavoro. Il risultato è quello di minare alla base una società che vede nel lavoro stesso il principale fattore di coesione e di produzione di benessere.

A maggior ragione se una società a partecipazione pubblica si dimostra così indifferente alle indicazioni della legislazione regionale in tema di appalti e ai contenuti del Patto per il Lavoro stipulato sempre in Regione Emilia Romagna, si apre un enorme problema sulla reale esigibilità delle regole contenute in essi”.

I sindacati credono che ci sia “un’unica via” per migliorare un mondo degli appalti sempre più esteso e rilevante nell’economia del territorio: “quella delle regole, della legalità, del rispetto dei contratti e della salvaguardia dei diritti”.

Per questo motivo continueranno a contrastare e denunciare ogni situazione nella quale, nei bandi delle gare di appalto, si favorisca una competizione giocata sulla precarizzazione dei rapporti di lavoro e sulla compressione dei salari. Il tutto all’interno di una più ampia mobilitazione per riscrivere le regole del mercato del lavoro a partire dal quesito referendario sugli appalti che la CGIL sta promuovendo in queste settimane per l’abrogazione delle norme che limitano la responsabilità solidale del committente.

 

CGIL e FILCAMS CGIL di Reggio Emilia e Parma

 

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