RILEVAZIONE DEI DATI SULLA CRISI DICEMBRE 2016
A Dicembre 2016 il numero complessivo dei lavoratori interessati agli ammortizzatori sociali diminuisce di 1.550 rispetto al mese di Giugno 2016.
Diminuiscono i lavoratori in Cassa Integrazione Ordinaria – meno 997 lavoratori, quelli in Cassa Integrazione Straordinaria – meno 746 lavoratori, mentre aumentano di poco i lavoratori in Contratto di Solidarietà – più 193.
Dati CIG Dicembre complessivi: i lavoratori interessati agli ammortizzatori sociali sono 8.183, con una diminuzione di 1.550 lavoratori rispetto al mese di Dicembre 2015.
Ore autorizzate: rispetto al periodo Dicembre 2015 diminuiscono del 2,7% le ore autorizzate di Cassa Integrazione Ordinaria anche se questo calo è principalmente da attribuirsi ai ritardi dell’INPS nell’autorizzazione delle ore stesse di sospensione dal lavoro.
In contrapposizione alla diminuzione del numero di lavoratori interessati, aumentano del 71,8% le ore di Cassa Straordinaria e soprattutto per i Contratti di Solidarietà, ammortizzatore al quale hanno fatto ricorso le aziende ancora in difficoltà produttiva anche per le difficoltà riscontrate ad avere celeri risposte nell’utilizzo della Cassa Integrazione Ordinaria.
Sul totale complessivo delle ore autorizzate: il 77,6% è rappresentato dalle ore destinate alla CIGS e ai CDS, il 11,3% è destinato alla CIGO e il 11,1% alla CIG in deroga.
Settori interessati: degli 8.025.297 di ore autorizzate il 68,9% è stato utilizzato nell’Industria, il 19,2% nel settore dell’edilizia e il 5,0% nel settore del commercio.
Licenziamenti collettivi: a fine Dicembre 2016, dall’inizio della crisi (2008), sono 421 le aziende che hanno attivato procedure di mobilità per 7.410 lavoratori licenziati (+651 rispetto a Dicembre 2015).
A Dicembre 2016 sono rimaste 13 le imprese con ricorso alla cassa integrazione straordinaria che interessano 996 dipendenti: quasi tutte le aziende sono in procedura concorsuale o hanno cessato l’attività. Se non interverranno nel frattempo soluzioni alternative alla chiusura (come ad esempio l’acquisizione da parte di terzi), i relativi lavoratori rischiano la collocazione in mobilità al termine dell’utilizzo dell’ammortizzatore.
I contratti di Solidarietà attivati sono 49 per complessivi 4.065 lavoratori coinvolti.
Sono già giunti al limite concedibile i ricorsi a CIGS e Contratto di Solidarietà in 511 imprese nel periodo dal 2009 a Dicembre 2016.
Il 28,0% delle aziende è ricorsa ad un secondo o un terzo ammortizzatore sociale: dalla Cassa Straordinaria al Contratto di Solidarietà o viceversa, dalla Cassa Straordinaria a quella Ordinaria o alla Cassa in Deroga.
Il 19,2% delle aziende ha invece cessato l’attività produttiva collocando i lavoratori in mobilità.
Il 52,8% delle aziende (con 16.545 lavoratori coinvolti) hanno ripreso la normale attività lavorativa anche se, in diversi casi, il personale è stato ridimensionato anche per il semplice blocco del tourn-over.
CIG IN DEROGA: A Dicembre 2016 sono in Cassa Integrazione Straordinaria in deroga 51 aziende (rispetto alle 146 registrate a Dicembre 2015) per 269 lavoratori interessati (764 lavoratori a Dicembre 2015).
Le riflessioni conseguenti a questa fotografia indicano come, a fronte delle grandi difficoltà per accedere alla Cassa Integrazione Ordinaria inserite dal Jobs Act che, abolendo la consultazione preventiva sindacale, affidano una discrezionalità totale all’INPS nella concessione dell’ammortizzatore, molte imprese, ancora in sofferenza produttiva, attivano i contratti di solidarietà con un incremento delle ore pari al 71,8%.
Le ore di Cassa Integrazione utilizzate negli otto anni della crisi corrispondono al lavoro a tempo pieno di 4.746 lavoratori.
Moltissime aziende, dopo anni di crisi, hanno chiuso i battenti impoverendo così in maniera significativa il tessuto economico reggiano, così come una parte significativa della nostra struttura ha subito processi di accorpamento con chiusura di stabilimenti considerati obsoleti e conseguente delocalizzazione in altre provincie.
Il Flop (Jobs) Act non ha finito di provocare disastri considerevoli: ricordiamo che oltre la scomparsa dell’utilizzo della Cassa Straordinaria in caso di cessazione dell’attività dell’azienda, dal Gennaio 2017 è abrogata la mobilità, continuando quindi a scaricare sui soggetti più deboli gli effetti della recessione economica.
Il Flop Act ha consentito pure di realizzare la consistente sostituzione dei rapporti a tempo indeterminato con prestazioni di lavoro che di tutele non ne hanno nemmeno una: dai contratti al lavoro occasionale: i cosidetti voucher. Il dato riferito alla nostra provincia registra un incremento dei voucher venduti del 52,6% nel 2015 sul 2014 e del 39,7% nel 2016 rispetto al 2015, raggiungendo 1.813.287 di voucher venduti nell’ultimo anno.
Il lavoro occasionale, introdotto con il Decreto Legislativo 276/2003, si poneva l’obiettivo di sottrarre all’area del lavoro nero e irregolare le attività marginali, offrendo contemporaneamente un supporto a soggetti a rischio di esclusione sociale.
Oggi i “veri” lavori di natura occasionale rappresentano il 12,6% sul totale dei voucher venduti, mentre il 36,8% viene assorbito da Commercio, Servizi e Turismo e il 43,7% da attività non classificate ovvero dall’industria e dall’edilizia.
E’ quindi sempre più urgente ripensare alle politiche del lavoro sia in termini occupazionali che di diritti. La CGIL ha molte idee a tal proposito, dalla Carta dei Diritti dei Lavoratori ai 2 referendum: uno per l’abrogazione dei voucher e l’altro per il ripristino della responsabilità solidale negli appalti.
Infine non siamo in grado di analizzare l’andamento del mercato del lavoro in provincia di Reggio Emilia per l’anno 2016: la Regione Emilia Romagna ha evocato a sé il compito di analizzare e diffondere i dati. Aspettiamo notizie anche se, dal nostro osservatorio, la situazione di disoccupazione e precarietà non è modificata rispetto agli scorsi anni.