QUALE FUTURO PER I SERVIZI ALLA PERSONA NEL DISTRETTO DI GUASTALLA?
CGIL CISL UIL di Reggio Emilia avvertono l’esigenza di aprire un confronto con i Sindaci dei Comuni della Bassa Reggiana e chiedono una rivisitazione dell’organizzazione dei servizi socio sanitari del Distretto che, a oggi, appare priva di una linea strategica di programmazione unitaria del sistema pubblico, così come indicato anche dalle normative regionali.
“La richiesta di confronto sul tema è stata inoltrata nel maggio scorso ai Sindaci di tutti i Comuni coinvolti, supportata da riflessioni e proposte condivise dai sindacati confederali e approvate dall’Assemblea unitaria dei delegati e degli attivisti dei pensionati della zona.
I cambiamenti del contesto dal 2008 ad oggi e i nuovi scenari socio-demografici ed economici richiedono infatti anche nel nostro territorio un ripensamento del welfare che, a partire dalle esperienze positive del passato, punti ad un miglioramento dei servizi rispetto a una società profondamente cambiata e che esprime nuovi bisogni.
La Regione Emilia Romagna ha individuato nel Distretto l’ambito territoriale strategico per la lettura dei bisogni e delle risorse e per la programmazione dell’azione socio-sanitaria nel suo complesso che può realizzare quell’integrazione dei servizi socio sanitari che si ritiene indispensabile per rispondere alle esigenze crescenti e complesse delle persone.
Nel distretto socio sanitario di Guastalla alcuni Comuni hanno riunito nell’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona i loro servizi, mentre altri hanno proseguito con una gestione autonoma degli stessi non più sostenibile ed ora stanno valutando progetti di affidamento del servizio socio sanitario per la popolazione anziana ad Aziende Speciali, dunque di diritto privato”.
Secondo le organizzazioni sindacali “è necessario un cambio di rotta, con un progetto comune di tutti i Sindaci del Distretto che investa sull’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona e sul suo rafforzamento, per garantire accesso, qualità e omogeneità dei servizi e ottimizzazione delle risorse, partendo dalla valorizzazione del lavoro dei professionisti che vi operano e investendo su formazione e sviluppo professionale”.
Per i sindacati “è importante che continui ad essere l’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona, forma di azienda pubblica, l’Ente gestore dei servizi”. Per questo vogliono “ricercare ed individuare tutte le soluzioni organizzative, gestionali ed economiche adeguate affinché sia garantita efficienza qualitativa e quantitativa dei servizi, mantenendo la gestione e la programmazione pubblica di un servizio così importante per i cittadini a partire dalla popolazione anziana.
L’organizzazione dei servizi agli anziani, particolarmente onerosa, merita senz’altro una priorità d’intervento. Se la distribuzione delle Case di Residenza sul territorio in questione pare essere adeguata, la gestione rivela invece un’assenza di programmazione e sviluppo che faccia dell’ASP un efficace soggetto erogatore del servizio pubblico alla popolazione anziana”.
“Si tratta quindi, ad esempio, di costruire un progetto per un diverso assetto distrettuale delle Case di Residenza per Anziani e una rivisitazione del Servizio di Assistenza Domiciliare a favore della domiciliarità, servizio di cui va rafforzato il compito di promozione di attività che favoriscano la crescita della rete di protezione sia “sanitaria”, sia sociale.
Ciò implica l’avvio di un confronto con gli amministratori dei Comuni del distretto affinché tutti i servizi presenti nel territorio facciano capo all’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona stessa, favorendo così una soluzione unitaria nel Distretto”.
Per sapere che cosa ne pensano i Sindaci interessati CGIL CISL UIL attendono la convocazione di un incontro, presumibilmente nei primi giorni di settembre.