I DIRITTI NON SI SMONTANO: DAL CASO IKEA PASSANDO PER LA GDO E LE SCUOLE

5 Dicembre 2017

Il caso della lavoratrice Ikea licenziata perché impossibilitata ad accettare lo spostamento in un reparto che prevedeva orari inconciliabili con le esigenze di cura dei propri figli, di cui uno con disabilità, esce dai confini lombardi per aprire ragionamenti più generali.

In tutta la Grande Distribuzione Organizzata, ma anche in altri settori economici, gli impegni di cura della famiglia e dei figli sono spesso considerati ostacoli alla produttività ed al profitto

Questo accade nonostante la presenza di leggi che, ad esempio in tema di flessibilità, dispongono di contributi in favore di datori di lavoro privati, che applichino accordi contenenti forme di flessibilità degli orari e dell’organizzazione del lavoro, tra cui part time reversibile, orario flessibile in entrata o in uscita, banca delle ore, flessibilità sui turni, orario concentrato.

Le liberalizzazioni degli orari commerciali, i negozi aperti 7 giorni su 7 festivi compresi, rendono invece impossibile la conciliazione dei tempi, e le famiglie in cui entrambi i genitori lavorano nel settore sono messe in forte difficoltà da un sistema che prevede il dominio del consumo sul diritto delle persone di avere una vita di qualità. – spiega Luca Chierici, segretario Filcams Cgil Rggio Emilia – E’ necessaria una svolta soprattutto culturale, i negozi aperti h 24 e 7 giorni su 7 non sono un servizio minimo essenziale. La qualità della vita, la cura della famiglia e dei figli, il diritto al tempo libero passato fuori dai centri commerciali, questo deve essere percepito come essenziale”.

Non vi è una politica chiara in materia, mentre alle nostre scuole, nonostante i continui tagli di questi anni, si chiede di svolgere attività di inclusione scolastica per tutti gli studenti e le studentesse portatrici di disabilità e di farlo con sempre meno risorse – sottolinea Stefano Melandri, segretario Flc Cgil Reggio Emilia – nel mondo del lavoro ai genitori di questi ragazzi vengono imposte regole che negano i loro diritti. E ciò per che cosa? che tipo futuro stiamo disegnando per loro?”

La Filcams e la Flc di Reggio Emilia esprimono la loro solidarietà a Marica e alla sua famiglia e si uniscono alle richieste giunte numerose in queste settimane ad Ikea perchè ritiri immediatamente il licenziamento e si scusi pubblicamente.

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