DISDETTA INTEGRATIVO COOP SOCIALI: I SINDACATI CHIEDONO IL RITIRO E L’APERTURA DI UN TAVOLO
“Un atto di forza che respingiamo e verso il quale manifestiamo sconcerto e contrarietà” così le organizzazioni sindacali di categoria definiscono la disdetta unilaterale del contratto integrativo provinciale delle cooperative sociali inviata lo scorso 29 settembre da parte di Legacoop e Confcooperative.
“Chiediamo il ritiro immediato della disdetta e l’apertura di un tavolo delle trattative per discutere e ripristinare le condizioni migliorative che l’integrativo ha finora dato ai lavoratori della nostra provincia – spiegano oggi in conferenza stampa Sabrina Castagna, Fp Cgil, Lucia Incerti, Fisascat Cisl, Cristian Villani, Cisl Fp e Raffaella Ilariucci, Uil Fpl –. Per questo non procederemo alla sottoscrizione di alcun genere di accordo di secondo livello con cooperative associate alle centrali e metteremo in campo tutte le azioni sindacali possibili per ottenere la revoca della disdetta e un tavolo di confronto”.
Nei prossimi giorni infatti potrebbero essere indetti presidi dei lavoratori sotto le sedi di Legacoop e Confcooperative.
La disdetta dell’integrativo firmato nel 2014, che se non verrà ritirata sarà operativa dal 1° gennaio 2018, riguarda 120 aziende e oltre 5mila lavoratori dei settori socio-sanitario-assistenziale-educativo e di inserimento lavorativo che operano sul territorio reggiano.
Si tratta quindi di un peggioramento delle condizioni di lavoro, nonché retributive, di una larga fetta di lavoratori che nella nostra provincia si occupa quotidianamente dell’assistenza in molti campi: dalle case di riposo, ai centri diurni per anziani, agli asili.
“Si tratta di un contratto che va a stringere le maglie del contratto nazionale inserendo normative migliorative come l’obbligo di comunicazione nei cambi di appalto, passaggi che mantengano le tutele dei lavoratori nello spostamento da una cooperativa all’altra, il superamento del pagamento orario con la mensilizzazione dello stipendio, migliorie di trattamento nelle attività di trasferta, polizze casco che tutelino i lavoratori che si spostano con mezzi propri e altro ancora” – sottolineano i sindacati -.
Dal punto di vista economico invece sotto i riflettori è l’elemento retributivo territoriale, cosidetto Ert, che quest’anno si attesta tra i 250 e i 300 euro e che le centrali cooperative ritengono essere troppo oneroso.
“In realtà si tratta di un premio che viene definito insieme dalle Parti calcolato sulla base dei bilanci di aziende campione, un giusto elemento di redistribuzione per lavoratori che non prendono stipendi alti ( lo stipendio di un lavoratore full time che fa anche i turni notturni si aggira attorno ai 1.200 euro) e che si può dilazionare o addirittura congelare nel caso di dimostrate situazioni di crisi delle cooperative – spiegano Fp Cgil, Fisascat Cisl, Cisl Fp e Uil Fpl – Inoltre, le Parti si sono incontrate lo scorso 24 agosto per la definizione del premio ERT e in quell’occasione nessuna obiezione è stata sollevata sul premio o sul sistema di calcolo dello stesso”.
Inoltre, “si tratta di una disdetta forzata e pretestuosa – concludono i sindacati – che arriva proprio mentre a Roma sono iniziate le trattative per il rinnovo del Ccnl delle cooperative sociali”.