SNAP ON: 8 ORE DI SCIOPERO CONTRO L’ESTERNALIZZAZIONE DELLA LOGISTICA

9 Febbraio 2016

Proclamate 8 ore di sciopero in Snap On Equipment contro l’esternalizzazione delle attività di logistica. Dopo la comunicazione della multinazionale dell’automotive e dell’areonautica, che conta nella sede di Correggio circa 200 dipendenti, di subappaltare le attività di logistica, la Fiom Cgil e la Rsu hanno proclamato lo stato di agitazione e deciso un pacchetto di 8 ore di sciopero articolato da svolgersi nelle prossime settimane per affermare che a svolgerle possano essere i dipendenti.

Crediamo che non sia accettabile l’ipotesi aziendale di subappaltare il reparto della logistica in una logica volta sola a produrre risparmi sul costo del lavoro – ha spiegato Marcello Rinaldi, funzionario Fiom – Siamo convinti che l’appalto di braccia rientri all’interno della logica d’intermediazione fraudolenta e che serva immediatamente una legge che garantisca pari trattamenti a pari prestazione”.

Le proteste sono scattate venerdì scorso quando si è saputo della volontà di appaltare le attività di magazzino ad una cooperativa esterna, la Coop Logimi di via della Costituzione la quale sarebbe in grado di garantire una migliore performance di risultati. “La nostra preoccupazione ha riguardato sin da subito i possibili esuberi – ha continuato Rinaldi – anche se la proprietà ha parlato di ricollocazione sulle linee di produzione dei 17 dipendenti diretti e dei 3 somministrati oggi impiegati nelle attività di logistica non siamo convinti. Ci hanno garantito che non ci saranno ripercussioni, lo fecero anche due anni fa quando le cose non andarono esattamente così”.

Nel frattempo un nuovo incontro tra la direzione aziendale e il sindacato è stato già calendarizzato entro la settimana.

Il sindacato vuole ottenere che le attività di logistica restino all’interno e proporre un piano di razionalizzazione del reparto che tenga conto delle risorse e delle intelligenze umane presenti tra i dipendenti della Snap On Equipment.

Decideremo il da farsi – conclude Rinaldi – per evitare scelte che puntano a smantellare i reparti produttivi in una logica di dumping e risparmio sulla pelle dei lavoratori e delle lavoratrici che non appartiene alla carta di intenti che l’azienda dichiara con enfasi di voler rispettare”.

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