IL COMITATO DIRETTIVO DELLA CGIL REGGIANA PER IL “SI” AL REFERENDUM CONTRO LE TRIVELLAZIONI IN MARE

7 Aprile 2016

Il Comitato Direttivo della Camera del Lavoro di Reggio Emilia, riunitosi il 6 aprile 2016, ha approvato all’unanimità un ordine del giorno in merito al REFERENDUM del 17 APRILE 2016 sulle TRIVELLAZIONI IN MARE.
Il documento condivide le ragioni del SI ed invita tutti i cittadini a recarsi alle urne e ad esprimere un Si al quesito referendario sulle trivellazioni in mare.

“Il Comitato Direttivo ha approvato un documento presentato da alcuni componenti che non solo invita, in primis gli iscritti alla Cgil, ad andare a votare al referendum perché venga raggiunto il quorum – ha sottolineato Guido Mora, segretario della Camera del Lavoro di Reggio Emilia – ma ha espresso un orientamento per il SI perché si promuova davvero una politica energetica attenta ai temi ambientali, che investa sulle energie rinnovabili e sia alternativa a quella fossile“.

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ORDINE DEL GIORNO RELATIVO AL REFERENDUM DEL 17 APRILE 2016 SULLE TRIVELLAZIONI IN MARE

Nove Regioni italiane hanno promosso un referendum per impedire che sia data la possibilità di proseguire, oltre la naturale scadenza, l’estrazione entro le 12 miglia dalla costa da pozzi petroliferi e metaniferi. L’importanza del problema emerge in tutta la sua dimensione anche dal fatto che a promuoverlo sono state nove regioni italiane preoccupate per gli effetti negativi che questa attività avrà sul turismo, sulla pesca, sulla stabilità idrogeologica e sull’ambiente in generale. Siamo in presenza di una scelta effettuata attraverso un atto legislativo che sancisce la continuità delle politiche energetiche basate sui combustibili fossili a discapito della scelta di investire sulle energie rinnovabili e delle emergenze ambientali che attanagliano il mondo. L’alterazione del clima non è più un problema per “romantici ambientalisti” ma una calamità economica e sociale enorme, siamo in presenza di danni economici che mettono in discussione i sistemi produttivi e la stessa sopravvivenza di popoli o territori che rischiano di essere sommersi dal mare (l’erosione delle coste è un problema reale) o desertificati per l’aumento della temperatura terrestre. La stessa vita umana è messa in discussione a causa della rapidità del cambiamento ecologico che produce diffusioni di specie alloctone e malattie sconosciute in determinati territori. La gravità della situazione è tale che anche il Pontefice ha ritenuto necessario fare una enciclica per contribuire a far si che i comportamenti individuali si correggano, ma soprattutto che coloro che possono decidere deliberino rapidamente provvedimenti risolutivi contro lo stravolgimento dell’equilibrio ecologico. La gravità della situazione ecologica e quindi sociale richiede decisioni immediate ad effetto rapido. Il prolungamento delle scadenze per l’estrazione entro le 12 miglia contrasta con questa esigenza e si pone l’obiettivo di continuare ad utilizzare i combustibili fossili favorendo in questo modo anche le grandi multinazionali del petrolio. Una scelta miope dal punto di vista ambientale ma soprattutto economico. Il voler conservare lo stato attuale delle cose e non adottare provvedimenti che inizino un processo di sostituzione dei combustibili fossili con le energie alternative vuole dire condannare il sistema Paese alla non competitività. Continuare sulla vecchia strada significa non investire in ricerca e innovazione per uno sviluppo ecologicamente compatibile. Non possiamo continuare a negare la necessità di riforme economiche profonde, che sappiano produrre competitività per le future generazioni e nuovi posti di lavoro. Ma il lavoro del futuro deve essere immaginato ambientalmente compatibile. Inoltre bisogna ricordare che la vittoria del SI non produrrebbe l’immediata interruzione delle attività estrattive, perché queste arriverebbero comunque alla naturale scadenza. Ci sono quindi le condizioni perché la forza lavoro ad oggi li occupata possa essere riconvertita al settore delle fonti energetiche alternative o settori connessi. In ogni caso non è accettabile il ricatto occupazionale, e così come fece con l’amianto, la CGIL deve fare una battaglia per la salute e l’innovazione tecnologica che garantisca un futuro di salute e occupazione stabile nel tempo per i lavoratori del settore e per i cittadini tutti Il quesito referendario pone quindi un problema che non è di marginale o di circoscritta importanza, ma di interesse generale, che riguarda il modello economico che andremo a costruire nel prossimo futuro. Ci troviamo davanti ad una scelta: un modello ancora basato sulle politiche energetiche del passato, con tutte le conseguenze già note, o un nuovo paradigma economico in cui la salute e il lavoro sono abbinati e prioritari rispetto allo sfruttamento e alla speculazione sull’uomo e sulla natura. Occorre quindi che ogni cittadino si rechi a votare garantendo il quorum al referendum e ancor di più che voti SI all’abrogazione della continuità delle concessioni alle attività estrattive oltre la loro naturale scadenza. PER LE RAGIONI SOPRA CITATE IL COMITATO DIRETTIVO DELLA CGIL DI REGGIO EMILIA INVITA TUTTI I CITTADINI A RECARSI ALLE URNE E AD ESPRIMERE UN SI AL QUESITO REFERENDARIO SULLE TRIVELLAZIONI IN MARE.

Documento approvato all’unanimità dal Comitato Direttivo della Camera del Lavoro di Reggio Emilia riunito il 06 aprile 2016

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 comitato direttivo si referendum 2016

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