COOP ALLEANZA: IL COLOSSO COOPERATIVO NON EROGA SALARIO VARIABILE E PEGGIORANO CONDIZIONI DI LAVORO
COOP ALLEANZA: IL COLOSSO COOPERATIVO NON EROGA IL SALARIO VARIABILE
AI DIPENDENTI E L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO PEGGIORA
La Filcams “Auspichiamo che si riprenda a parlare di politiche commerciali e che si prendano in considerazione i problemi legati a turni, orari e sedi di lavoro”.
Nello scorso mese di maggio è stato approvato l’ultimo bilancio consuntivo, quello 2015, della scomparsa Coop Consumatori nordest. L’ultimo prima della fusione che ha dato vita, insieme a Coop Estense e Coop Adriatica, il 1° gennaio 2016 a COOP Alleanza 3,0.
Un colosso cooperativo che rappresenta una delle più grandi e importanti realtà della grande distribuzione italiana, con quasi 20 mila dipendenti e 344 punti vendita.
L’ultimo bilancio di Coop Nordest ha anche visto una pesante perdita, pari a 54 milioni di euro di cui gran parte dovuta non ad un calo delle vendite, ma alla svalutazione di partecipazioni per un valore di circa 34 milioni.
Uno dei primi effetti concreti di questa perdita, ricaduto sulle lavoratrici e i lavoratori, è stato la mancata erogazione del “salario variabile” ai dipendenti: “e cioè di quella quota aggiuntiva di retribuzione che “misura” l’andamento della cooperativa – spiega Luca Chierici, segretario Filcams Cgil Reggio Emilia – Questa mancata erogazione inoltre è stata comunicata con uno scarno comunicato, senza effettuare i passaggi informativi previsti dal contratto integrativo vigente. Ad aggravate la situazione il fatto che i dipendenti hanno le retribuzioni ferme da oltre 36 mesi a causa del mancato rinnovo del contratto nazionale di lavoro, per il quale si è riaperta la trattativa a seguito delle 16 ore di sciopero del novembre e dicembre scorsi”.
Dunque, aumenti contrattuali fermi e salario variabile non erogato. Inoltre, Coop Nordest risulta l’unica, delle tre cooperative che hanno dato vita a Coop alleanza, a chiudere in perdita: “colpisce come ormai da anni la cosiddetta “gestione caratteristica” (cioè la semplice gestione dei supermercati) – spiega a proposito Chierici – non sia in grado da sola di sostenere queste imprese, per le quali la gestione del prestito soci e gli investimenti nelle partecipazioni non sono più un qualcosa di “aggiuntivo” alla gestione commerciale, ma parti fondamentali per “far tornare i conti” della cooperativa stessa”.
La Filcams denuncia quindi il bisogno di nuove politiche commerciali che rimettano al centro la gestione dei punti vendita e le condizioni di lavoro. “ In Coop Alleanza ci sono situazioni in cui lavoratrici e lavoratori si trovano a lavorare in negozi sotto organico, con turni che impediscono una buona qualità della vita e troppo spesso con contratti part time che rischiano di non poter mai arrivare al tempo pieno – conclude Chierici – . Inoltre, auspichiamo che la cooperativa riconsideri anche la gestione delle proprie sedi in modo da non costringere i propri dipendenti a trasferire la propria attività lavorativa a Modena o Bologna solo per fini gestionali”.