AMIANTO: RIPARTIRE DA GIUSTIZIA, SORVEGLIANZA SANITARIA E BONIFICA DEL TERRITORIO

16 Marzo 2016

Lo svolgimento del processo per omicidio colposo nella vicenda Cemental di Correggio, dove fino al 1989 si è lavorato il cemento-amianto, ricorda la necessità che sia ristabilita la verità sulla vicenda dell’amianto e che siano accertate le responsabilità per avere giustizia per le migliaia di persone che hanno sofferto e soffrono a causa dell’uso criminale dell’amianto.

In particolare, per la Cemental di Correggio la Cgil ha seguito, anche sul piano legale, oltre una decina di situazioni di mesotelioma e neoplasie polmonari e, anche in questi giorni, si presentano allo Sportello amianto della Cgil familiari di ex dipendenti che pur non avendo lavorato direttamente nella produzione dell’amianto hanno contratto il mesotelioma.

Il COR-RENAM Emilia Romagna, in questi giorni si è incaricato di ricordare a tutti le dimensioni della tragedia nel nostro territorio.
A Reggio Emilia e provincia, nelle varie aziende che hanno lavorato con le materie prime in amianto, sono stati esposti più di tremila lavoratori e spesso anche i loro familiari.
Ma, per la diffusa presenza di amianto nelle aziende e nel territorio, lavoratori e cittadini continuano a rischiare anche oggi.
Mentre siamo ancora in attesa dell’udienza della Corte Costituzionale, il 31 maggio 2016, che si pronuncerà sull’ammissibilità del processo ETERNIT BIS contro Stephan Schmidheiny per la strage che ha coinvolto nel nostro territorio i lavoratori dell’ Eternit di Rubiera.

L’incremento, e l’alto tasso di incidenza nella nostra provincia dei casi mesotelioma, di neoplasia polmonare e di placche pleuriche ci spinge ad insistere su tre punti fondamentali per cambiare lo stato attuale delle cose in materia di amianto.

  • Primo: Si ripropone la necessità di creare un ambulatorio specifico per la sorveglianza sanitaria degli ex esposti e dei loro familiari con percorsi a loro dedicati ed esenti da ticket.
    E’ evidente la necessità di cure adeguate e focalizzate sui malati, intrecciando cure e ricerca in percorsi integrati.
    Come Cgil abbiamo attivato lo Sportello Amianto e come AFeVA ER stiamo seguendo numerose pratiche per i riconoscimenti di malattia professionale asbesto correlata attraverso i servizi INCA CGIL.
  • Secondo: Cambiare il funzionamento del fondo vittime amianto è necessario ed urgente: l’indennizzo una tantum di 5600 euro è insufficiente rispetto al danno subito dalle vittime incolpevoli della mancata protezione e tutela assicurativa dello Stato.
    Stiamo seguendo le richieste di indennizzo al Fondo Vittime amianto riconosciuto anche a coloro che hanno contratto il mesotelioma causa l’esposizione ambientale e familiare, ma continuiamo a batterci con le altre associazioni e i sindacati per avere una legislazione adeguata che rispetti i diritti delle persone.
  • Terzo: La diffusa presenza di amianto nel nostro territorio sollecita la necessità di bonifica e smaltimento in tempi brevi per questo abbiamo presentato una piattaforma regionale di cui si sta discutendo in Regione, così come sollecitiamo il governo a rendere operativo il Piano Nazionale Amianto.

Insieme è possibile avere la forza per ottenere cure adeguate, giustizia e diritti per tutti. L’amianto non è un problema di pochi, è un tema che riguarda tutta la popolazione, soprattutto a Reggio ove la lavorazione è stata molto diffusa.

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