Retrospettive Emma Bonazzi

“l’artista bolognese Emma Bonazzi può essere, oggi, svelata ai più. Perché sì, che fosse stata un’artista importante si presupponeva, che l’opera in possesso della CGIL  avesse partecipato alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia nel 1920 ne testimoniava il valore”

UN QUADRO IN CGIL: UN’AUTRICE SVELATA

E’ sempre stato lì: sulla parete dietro la scrivania del Segretario Generale. O, almeno, è lì da quando il Segretario Generale e i dirigenti di allora, fautori dell’ingresso di numerose opere di arte contemporanea nella Camera del Lavoro, in occasione del primo stralcio della ristrutturazione della sede (1988), ne apprezzarono il valore artistico e lì lo fecero portare.

Come sia arrivato qui, in Camera del Lavoro, non è noto. Riferiscono che fosse qui, assieme al mobilio della Federterra – Federazione Nazionale fra i lavoratori della terra-(soppressa dal fascismo), poi divenuta, dopo il 1945, Confederterra aderente alla CGIL e, dal 1948, Federbraccianti.
“La filatrice” di Emma Bonazzi (titolo dell’opera ritenuto valido fino ad oggi, poiché “svelando” l’etichetta, si è dimostrato appartenere al trittico “Ciclo di vita”) ha preceduto, quindi, le opere che oltre trenta artisti hanno  realizzato per la Camera del Lavoro (il recupero-ristrutturazione è stato ultimato nel 1992) e le successive donazioni generose di concittadini che, abbellendo questo palazzo,  “un edificio pubblico nel senso più vero della parola”, hanno condiviso l’idea e la volontà di accrescere il patrimonio culturale collettivo, anche della città.

E’ la stessa volontà che ci ha indotto a sottoscrivere la convenzione con il Liceo Artistico Gaetano Chierici, che impegna la Camera del Lavoro e il Liceo a valorizzare il patrimonio artistico della CGIL e a promuovere ogni anno laboratori con artisti ei studenti ,sulle opere che arricchiscono la nostra collezione, i cui risultati c vengono  presentati il primo sabato di ottobre in occasione di “ConTEMPOraneaMENTE – Giornata del Contemporaneo”, giornata in cui gli studenti guidano i visitatori all’osservazione delle opere della Camera del Lavoro.

Ed è grazie a questa convenzione che l’artista bolognese Emma Bonazzi può essere, oggi, svelata ai più. Perché sì, che fosse stata un’artista importante si presupponeva, che l’opera in possesso della CGIL  avesse partecipato alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia nel 1920 ne testimoniava il valore, ma, nonostante questo, l’autrice non era per nulla conosciuta.

E’ grazie al lavoro dei docenti del Chierici – in particolare alla cocciutaggine quasi “reggiana” di Leda Sighinolfi e al lavoro di Giorgio Teggi – che è possibile conoscere l’artista Emma Bonazzi, detta Tigiù, conoscerne l’audace poliedricità di pittrice, ricamatrice, scenografa, grafica, pubblicitaria, illustratrice e tanto altro ancora. Soprattutto, ci è data la possibilità di conoscerla sia come artista sia come donna che lavora in un mondo faticoso, ovviamente più maschilista di quello odierno, e che tuttavia riesce ad affermarsi anche “inventando” un lavoro nuovo: quello di consulente artistica per l’industria (antesignano dell’art director dei nostro tempi?), battendosi e rivendicando il riconoscimento del suo lavoro.

Affascina il percorso artistico e professionale di Emma Bonazzi, ci inorgoglisce che una sua opera sia parte della nostra collezione, che la decisione di allestire una mostra sulla sua attività artistica sia l’occasione per riparare all’errore del titolo attribuito al quadro e di farne conoscere l’autrice.
Ci inorgoglisce soprattutto avere la possibilità di svelare e valorizzare ciò che la donna artista ha saputo creare di nuovo.

E poi, sì, in questi tempi in cui il lavoro delle donne è ancora così faticoso, misconosciuto, non valorizzato, siamo orgogliosi del luogo in cui il quadro di Emma Bonazzi è stato collocato – che sia stata una scelta consapevole o meno. Sulla parete, dietro la scrivania del Segretario Generale è la posizione giusta!

Ramona Campari
Segreteria Camera del Lavoro Territoriale Reggio Emilia

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