PREVIDENZA INTEGRATIVA: L’IMPORTANZA DI VERIFICARE LA PROPRIA POSIZIONE

23 Ottobre 2015

FONDI1

Con l’adesione alla previdenza integrativa non si esaurisce la scelta dell’iscritto.
E’ importante verificare periodicamente la posizione e fare un tagliando.

Il percorso della previdenza integrativa non si esaurisce con l’adesione al Fondo Pensione. E’ necessario infatti, da parte del lavoratore iscritto, un controllo periodico durante la fase di contribuzione. Questo al fine di valutare se sia il caso di aumentare i versamenti, verificare se l’azienda abbia eseguito effettivamente i contributi, per evitare omissioni, se il comparto finanziario scelto sia ancora appropriato alle scelte fatte al momento dell’adesione o, infine, se sia opportuno designare un beneficiario.

Tutte queste valutazioni vanno fatte considerando la continua evoluzione del sistema Previdenziale Pubblico, che tende ad erogare assegni sempre più bassi. Inoltre, i mercati finanziari sono sempre più incerti e volatili, ed anche le condizioni lavorative o famigliari possono cambiare nel corso degli anni.

Per verificare la gestione finanziaria, la designazione di un beneficiario, la contribuzione effettivamente versata o valutare quanto si percepirà di pensione integrativa al momento del pensionamento si può transitare dal sito del Fondo Pensione entrando dentro l’area riservata degli iscritti con le proprie credenziali (inserendo cioè codice fiscale e password) per entrare nella propria posizione. Se si hanno difficoltà con il computer ci si può sempre rivolgere ad un Patronato o alla struttura sindacale di riferimento.
Oppure si può attendere l’arrivo dell’estratto conto che si riceve a casa ogni anno a marzo /aprile: la così detta comunicazione periodica.

Anche se gli investimenti nella previdenza integrativa sono regolamentati da una apposita legge, che vieta investimenti speculativi o troppo rischiosi, essendo un risparmio con finalità previdenziale, è importante in ogni caso fare delle verifiche sul comparto scelto.

La scelta del comparto finanziario è personale e soggettiva ed esistono in merito due teorie:

  • la prima è che il lavoratore sceglie il comparto in base alla sua “avversione al rischio”, l’importante è che sia consapevole che comparti con una forte percentuale di Equity (Azioni) avranno rendimenti maggiormente negativi nelle fasi di calo dei mercati finanziari. Viceversa comparti con titoli prevalentemente obbligazionari o con garanzia del capitale sono meno volatili.
  • la seconda teoria è che più si è lontani dalla pensione – teoricamente si dovrebbe mantenere il capitale nel Fondo Pensione per un periodo lungo almeno 30/40 anni – sono meglio indicati i comparti azionari. Mentre quando si è più vicini alla pensione (5/7 anni prima) si passa al comparto obbligazionario (garanzia del capitale), onde evitare che al momento del riscatto del capitale coincida con un crollo di Borsa.

Tutti i fondi pensione prevedono la possibilità di cambiare il comparto con date prestabilite di norma ogni 3 mesi. Una volata scelto il comparto, per cambiarlo nuovamente bisogna attendere 12 mesi, le ragioni di questa minima permanenza risiedono nel fatto che non è risparmio speculativo dove è possibile cambiare spesso il comparto come se fosse un investimento speculativo (Tranding One line).

La teoria, e aggiungo io il buon senso, mi fanno dire che il cambio del comparto dovrebbe essere fatto in un arco di 30/40 anni di permanenza in un Fondo Pensione 2 o 3 volte, iniziando magari con un comparto bilanciato (Azioni e Obbligazioni) e muovendosi, all’avvicinarsi della Pensione Pubblica, ad un comparto Obbligazionario (con garanzia del capitale).

Purtroppo la realtà dei fatti è che la stragrande maggioranza dei lavoratori iscritti alla previdenza integrativa non riflettono sufficientemente sulle possibilità di un tagliando e un controllo della loro posizione, scoprendo in ritardo la non adeguatezza della contribuzione versata o delle omissioni contributive vecchie anche di anni. Infine molti lavoratori arrivano alla Pensione con comparti non adeguati alle loro esigenze, perché non hanno mai riflettuto sulle possibili scelte di modifica del comparto. Per questo è fondamentale informarsi ed aggiornarsi sulle possibilità che si potrebbero avere al fine di fare le scelte migliori.

A cura di Rino Soragni

– Componente del C.d.A Fondo Pensione Cooperlavoro

e responsabile Cgil previdenza integrativa

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