I COMUNI DELLA VAL D’ENZA VERSO LA PRIVATIZZAZIONE DEI SERVIZI PER ANZIANI:”Se non ci saranno modifiche sostanziali andremo alla moblitazione”
Dal 1° gennaio 2016 l’attuale Azienda Servizi alla persona (ASP) dei Comuni della Val D’Enza, azienda per la gestione dei servizi socio-assistenziali rivolti agli anziani completamente pubblica, dovrebbe essere sostituita, per assorbimento, dalla nuova e privata Azienda Speciale Consortile (ASC). Una trasformazione giustificata sostanzialmente da risparmi di spesa di natura fiscale che si colloca come “la prima iniziativa di questo tipo, così ci risulta – spiega Algo Ferrari, Fp Cgil – presa a livello regionale“.
“Diciamo che la nuova Azienda Speciale è una polpetta avvelenata – aggiunge Maurizio Frigeri, segretario Fp Cgil – perchè con essa si andrà, di fatto, alla privatizzazione della gestione dei servizi per gli anziani in Val d’Enza, ma non solo, si andrà anche alla trasformazione del rapporto di lavoro di tutti gli attuali dipendenti a tempo indeterminato dell’ASP Carlo Sartori, che sono circa 120, da pubblico a privato. Un passaggio dunque – continua – che deve essere cosiderato con tutte le conseguenze che ciò comporterà“.
Gli amministratori, inoltre, hanno già incontrato i dipendenti in assemblea per illustrare i futuri passaggi “atteggiamento che riteniamo scorretto dal punto di vista delle relazioni sindacali – spiega Frigeri – dato che il confronto sindacale con le nostre rappresentanze era in corso“. La privatizzazione della Asp porta con se ricadute anche sul versante delle normative applicate al rapporto di lavoro, sarebbe infatti prevista per tutti gli assunti, vecchi e nuovi, l’applicazione del Jobs act. In ballo anche l’introduzione di contratti di lavoro intermittente e stagionale, nonchè la possibilità di assumere fino al 50% di contratti a tempo determinato. “Alla faccia delle stabilizzazioni promesse – conclude il segretario della FP, Frigeri –. Noi non ci siamo mai sottratti al confronto, consapevoli delle difficoltà economiche dell’ASP, però, a fronte di questo inquietante scenario chiediamo che i sindaci facciano la loro parte e che insieme si adoperino per evitare scelte come quella prospettata. Se non si modifica il progetto in campo sarà inevitabile da parte nostra la chiamata alla mobilitazione delle lavoratrici e lavoratori“.