PARTITE CIRCA 800 LETTERE DI DIFFIDA ALL’APPLICAZIONE DEL JOBS ACT
“Chiediamo apertura di un tavolo di confronto alla ricerca di soluzioni condivise: a chi ci accusa di anacronismo rispondiamo che modernità vuol dire diritti e dignità’”
In questi giorni la Fiom Cgil di Reggio Emilia, nel quadro delle iniziative definite e decise a livello regionale di contrasto al Jobs Act, sta inviando lettere di diffida a tutte le imprese industriali sul territorio reggiano in cui sia presente almeno un iscritto alla FIOM e, contestualmente, alle Associazioni imprenditoriali ed ai Consulenti/Studi Professionali che assistono queste imprese.
L’iniziativa coinvolge 664 aziende, che complessivamente occupano circa 31.200 lavoratori, le Associazioni imprenditoriali interessate sono 7 (Unindustria/Federmeccanica, Confapindustria, Confimi, Legacoop, Unione Cooperative, C.N.A. e Confartigianato) ed inoltre ci sono 128 tra Consulenti e Studi professionali.
Questa è la prima azione di carattere contrattuale, con la quale si chiede alle imprese di non applicare unilateralmente le nuove norme, in particolare per quanto riguarda la tutela contro i licenziamenti arbitrari, sia di natura individuale sia collettiva, il controllo a distanza dei lavoratori e il demansionamento.
“Quello che chiediamo, e che il presidente di Unindustria Reggio reputa “inconcepibile”, – spiega Sergio Guaitolini, segretario Fiom provinciale – è di aprire un tavolo di confronto che possa portare a soluzioni contrattuali condivise, che garantiscano pari dignità e pari diritti a tutti i lavoratori, indipendentemente dalla data di assunzione, al fine di evitare l’imbarbarimento dei rapporti e l’apertura di vertenzialità in ogni singola azienda”.
Il jobs act si caratterizza come un “condono” per le aziende che licenziano illegalmente, perché di fatto cancella la sanzione per gli imprenditori che violano la legge, può questa essere definita modernizzazione? E’ così estraneo alla pratica sindacale chiedere l’avvio di un confronto su provvedimenti che incidono profondamente sulla natura dei rapporti di lavoro e sui loro diritti?
Allora, come non definire ingenerosa e offensiva, oltreché gratuita, la nota diramata da Unindustria in cui il Dott. Severi rivolge alla Fiom accusandola di “scaricare sulle imprese del territorio la sua incapacità di dialogo”?
“Rispondiamo dicendo che chiedere che chi viene licenziato in modo illegittimo possa avere il diritto al reintegro nell’azienda non è incapacità di dialogo ma tutela di un diritto basilare – continua Guitolini – e che cancellare questo diritto e chiamarlo “Contratto a tutele crescenti” è una truffa, perché non vi è alcuna tutela crescente, anzi le tutele sono smantellate per sempre e resta solo un basso indennizzo monetario”.
La Fiom non avrebbe bisogno di ricordare ad Unindustria che a Reggio Emilia è di gran lunga il sindacato più rappresentativo, con circa il 90 % degli iscritti; che sottoscrive con le imprese associate alla sua Organizzazione numerosi contratti aziendali, (oltre 100 nel 2014); e che sia in quei contratti, sia quotidianamente, affronta discute e risolve nelle imprese, attraverso le proprie RSU e attraverso relazioni costruttive, le problematiche che si pongono, arricchendo le soluzioni condivise anche del punto di vista dei lavoratori a tutela delle loro condizioni.
Ma siamo in un periodo storico in cui la memoria è corta e vittima di abbagli. Per cui lo ricordiamo. Ritenendo, per concludere, come nel quadro di una storia di relazioni e di accordi sindacali che ha segnato questo territorio dagli anni ’60 ad oggi e che ha consentito e contribuito a fare di questo territorio uno dei sistemi industriali più avanzati in Italia, suoni totalmente fuori luogo l’accusa alla FIOM di incapacità di dialogo .
“Riguardo all’accusa di anacronismo rispondiamo che anacronistica è una visione che vorrebbe il lavoro senza diritti e i lavoratori schiavi senza la possibilità di organizzarsi per chiedere migliori condizioni di vita e di lavoro – conclude il segretario dei metalmeccanici reggiani – .La Fiom il dialogo lo vuole, lo cerca, lo pratica e lo pretende per il rilancio del sistema industriale attraverso investimenti, ricerca e sviluppo, innovazione, valorizzazione delle professionalità. Siamo pronti a confrontarci sulla ricerca del miglioramento dell’efficienza, della qualità del prodotto e della produttività dell’impresa, nel rispetto però, imprescindibile, della dignità e delle condizioni di tutti i lavoratori”.
Anche la Cgil reggiana si schiera a sostegno della Fiom. “Con la sua iniziativa la Fiom sta portando avanti come categoria quelle che sono disposizioni della Cgil nazionale di contrasto al Jobs act e noi la sosteniamo” Sottolinea Guido Mora, segretario generale della Camera del Lavoro Territoriale di Reggio che riserva un commento anche al presidente di Unindustria Severi “Credo non abbia capito quanto sia sia grave e sicuramente negativo non mettersi tutti, sindacato, imprese e associazioni, su un piano di confronto rispetto alle norme introdotte dal Job act – spiega Mora -. Inoltre i maggiori organismi europei sottolineano come in Italia i livelli di flessibilità siano elevati, non è quindi proseguendo in questa direzione che ci avviciniamo alla “normalità europea”, come scrive Severi, piuttosto ce ne allontaniamo”.