ELEZIONI RSU: SUCCESSO NETTO PER LA FIOM ALLA LOMBARDINI
Le politiche sindacali della Fiom reggiana continuano ad ottenere consensi tangibili. E’ successo anche alla Lombardini, storica azienda reggiana che produce motori diesel, acquisita nel 2007 dal gruppo industriale americano Kholer Company, dove in questi giorni si sono rinnovate le Rappresentanze sindacali unitarie. E dove la Fiom aumenta la propria rappresentanza tra i lavoratori passando per un consenso cresciuto dal 56%, ottenuto nel 2010, al quasi 63% del 2015.
La Fiom elegge così sette delegati, sei tra gli operai ed uno tra gli impiegati, anche se i 268 voti presi dalla sigla dei metalmeccanici della Cgil avrebbero consentito l’elezione di un altro delegato tra gli impiegati, dove però vi era un unico candidato. La Fim, che arrivava alle elezioni con 6 delegati scende in questa tornata elettorale a quattro, due tra gli operai e due tra gli impiegati, ottenendo quasi 8 punti percentuali di voto in meno e fermandosi al 35,28%.
A ripresentarsi, con due candidati, anche l’Ugl che con lo 0,89% dei voti non elegge nessun delegato.
E’ importante segnalare anche il tasso di partecipazione, la Lombardini occupa oggi 603 dipendenti, di cui 351 operai e 252 impiegati, di questi si sono recati a votare 448 lavoratori, pari al 74,30 % della totalità dei dipendenti.
“Nell’esprimere grande soddisfazione per il risultato ottenuto – fa sapere la Fiom Cgil –ringraziamo tutti i delegati Fiom per la serietà e l’impegno con cui hanno svolto il loro lavoro in azienda in questi anni e alle lavoratrici ed ai lavoratori che con il loro voto, hanno riconosciuto, in questi anni complessi per la crisi vissuta e per la divisione sindacale determinatasi dalla firma dei Contratti nazionali separati da parte di Fim e Uilm, la continuità e la coerenza della linea politica e contrattuale della Fiom, nella difesa dei diritti, delle condizioni di lavoro e della tutela del potere d’acquisto delle retribuzioni attraverso la contrattazione aziendale”.
Un successo, quello ottenuto dalla Fiom, che conferma la necessità di continuare a lavorare per una contrattazione in difesa dei diritti dei lavoratori e la riconquista di un Contratto nazionale senza deroghe e peggioramenti normativi, per la cancellazione del sistema di diritti duale introdotto dal Jobs Act e per una riforma delle pensioni che tenga conto della diversità dei lavori svolti e di un accesso al trattamento possibile dai 62 anni di età.