Rilevazione dei dati sulla crisi settembre 2014
In Provincia di Reggio Emilia, il numero delle lavoratrici e dei lavoratori interessati agli ammortizzatori sociali resta al di sopra delle 10.000/12.000 unità da quasi 3 anni. Abbiamo verificato una consistente diminuzione del ricorso alla Cassa Integrazione Ordinaria ma con il contestuale ricorso per centinaia di lavoratori alla Cassa Integrazione Straordinaria e ai Contratti di Solidarietà.
Mese | Numero Aziende | Numero Lavoratori |
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Settembre 2009 | 554 | 22.853 |
Settembre 2010 | 330 | 15.319 |
Settembre 2011 | 185 | 8.175 |
Settembre 2012 | 294 | 13.417 |
Settembre 2013 | 270 | 12.849 |
Settembre 2014 | 234 | 11.501 |
Nel mese di Settembre 2014 Il numero complessivo dei lavoratori interessati agli ammortizzatori sociali rimane stabile rispetto ai mesi di Luglio/Agosto 2014.
In consistente diminuzione la Cassa Integrazione Ordinaria – meno 961 lavoratori, resta sostanzialmente stabile la Cassa Integrazione Straordinaria – meno 57 lavoratori, aumentano in modo rilevante i Contratti di Solidarietà con più 1.039 lavoratori.
Dati CIG Settembre complessivi: i lavoratori interessati agli ammortizzatori sociali sono 11.501 unità, con una diminuzione di 1.921 lavoratori rispetto al mese di Dicembre 2013.
Ore autorizzate: rispetto al periodo Settembre 2013 diminuiscono del 64,4% le ore autorizzate di Cassa Integrazione Ordinaria, diminuiscono del 3,3% per le Casse Straordinarie e i Contratti di Solidarietà.
Settori interessati: delle 5.087121 di ore autorizzate il 62,9% è stato utilizzato nell’Industria, il 13,7% nel settore dell’edilizia e il 11,8% nel settore del commercio.
Licenziamenti collettivi: a fine Settembre 2014, dall’inizio della crisi (2008), sono 279 le aziende che hanno attivato procedure di mobilità per 4.785 lavoratori licenziati (+ 854 rispetto a Dicembre 2013).
A Settembre 2014 sono 43 le imprese con ricorso alla cassa integrazione straordinaria che interessano 3.129 dipendenti: quasi tutte le aziende sono in procedura concorsuale o hanno cessato l’attività. Se non interverranno nel frattempo soluzioni alternative alla chiusura (come ad esempio l’acquisizione da parte di terzi), questi addetti rischiano la collocazione in mobilità al termine dell’utilizzo dell’ammortizzatore.
I contratti di Solidarietà attivati sono 80 per complessivi 6.014 lavoratori coinvolti.
Sono già giunti al limite concedibile i ricorsi a CIGS e Contratto di Solidarietà in 359 imprese nel periodo dal 2009 a Agosto 2014.
Il 32,3% delle aziende è ricorsa ad un secondo o un terzo ammortizzatore sociale: dalla Cassa Straordinaria al Contratto di Solidarietà o viceversa, dalla Cassa Straordinaria a quella Ordinaria o alla Cassa in Deroga.
Il 17,3% delle aziende ha invece cessato l’attività produttiva collocando i lavoratori in mobilità.
Il 50,4% delle aziende (con 10.501 lavoratori coinvolti) hanno ripreso la normale attività lavorativa anche se, in diversi casi, il personale è stato ridimensionato anche per il semplice blocco del tourn-over.
Finalmente a metà Ottobre la Regione ha autorizzato anche il pagamento della Cassa Integrazione Ordinaria in deroga per il periodo 1° gennaio-30 giugno 2014.
In Provincia di Reggio Emilia la situazione di crisi continua senza situazioni di rilievo che ci consentano di prevedere una consistente ripresa produttiva in tempi brevi.
Le scelte che il Governo Renzi si appresta a fare in materia di lavoro, dal Jobs Act a quanto previsto sulla legge di Stabilità 2015, oltre ad eliminare numerosi diritti e ad abrogare diversi ammortizzatori sociali, disegnano un futuro nel quale le lavoratrici e i lavoratori saranno talmente precari e facilmente licenziabili da consentire alle aziende di non dover ricorrere agli ammortizzatori perché il problema non esiterà più.
Le aziende potranno liberamente adottare un modello organizzativo a “fisarmonica” nel quale i picchi produttivi saranno affrontati con l’attivazione del lavoro a termine e nei periodi di calo produttivo i lavoratori saranno già stati licenziati alleggerendo così “il peso” dell’azienda.
Se è vero che “senza lavoro non c’è futuro” e che il “lavoro stabile” consente alle persone di disegnare lo sviluppo della propria vita, il modello di società che ci viene proposto continuerà ad essere respinto dalla C.G.I.L. anche con le grandi mobilitazioni che ci hanno impegnato a ottobre e che continueranno nei prossimi mesi.